Li ricordiamo come fosse ieri: i numerosi incendi che hanno flagellato il Carso nel mese di luglio 2022 sono stati i più devastanti a memoria d’uomo. Le zone più colpite, quelle nei boschi di Medeazza, Jamiano, Duino, riportano ancor oggi le cicatrici.
Dalle news del 2o luglio: “Circa 200 abitanti di Jamiano, frazione del comune di Doberdò del Lago sono stati evacuati poco fa a causa dell’incendio divampato ieri, in tre punti, nel Carso fra Trieste e Gorizia e che ha toccato anche il lato sloveno del confine. A Monfalcone, dove è stato chiuso impianto Fincantieri, consigliato l’uso delle mascherine”
A distanza di 8 mesi dall’accaduto, siamo andati a vedere com’è la situazione in quei luoghi, e abbiamo scelto come punto di osservazione il Monte Kremenjak, a poche centinaia di metri da Jamiano, dove si gode di una vista spettacolare a 360 gradi: si scorge Monfalcone, l’isontino, il Golfo di Trieste, e alle spalle il territorio sloveno. La situazione è a dir poco tragica: centinaia di ettari di bosco totalmente compromessi. I resti anneriti degli alberi si stagliano a perdita d’occhio. Qualcuno ha raccolto i reperti bellici arrugginiti e ne ha formato un bel mucchio. Così, occhio e croce, ci vorranno almeno 10-15 anni per vedere quella parte del Carso con un po’ di verde. Al suolo, per fortuna, vicino ai resti bruciati degli alberi, spuntano alcuni germogli. La forza della natura, che vuole sopravvivere ad ogni costo.
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