L’evento – Ieri pomeriggio si è svolto a Trieste l’incontro “VALLE IDROGENO NORD ADRIATICO. Sfide e opportunità dell’ecosistema transnazionale del Friuli Venezia Giulia, Slovenia e Croazia basato sulla filiera idrogeno” promosso da Confindustria Alto Adriatico e Confindustria Udine, in collaborazione con la Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia e dedicato all’idrogeno come traino dell’innovazione e della transizione energetica del sistema produttivo regionale. L’evento ha voluto essere un approfondimento sul coinvolgimento dell’industria, della ricerca e dell’innovazione del Friuli Venezia Giulia nel progetto “Valle Idrogeno”, il primo ecosistema integrato transnazionale in Europa – realizzato tra Friuli Venezia Giulia, Slovenia e Croazia – che interessa l’intera catena del valore dell’idrogeno.
Il progetto – Le Valli Idrogeno sono sistemi integrati che collegano tra loro le fasi di produzione, trasporto e l’utilizzo finale di idrogeno in processi industriali e di mobilità sia terrestre che marittima. Quella del Nord Adriatico, che al momento si colloca ancora al livello di progettazione, coinvolge un joint working group di 34 soggetti (di cui 16 italiani e tra essi 14 della regione FVG), ha ottenuto al momento fondi per 25 milioni di euro che nei prossimi mesi verranno allocati intorno a 18 progetti pilota riguardanti applicazioni di idrogeno rinnovabile così suddivisi: 6 per l’industria e il settore hard to abate, 6 per il settore energia e 6 per il settore trasporti. Ulteriori 46 enti/organizzazioni, tra cui i Ministeri italiani dell’ambiente e sicurezza energetica, delle infrastrutture e trasporti, delle imprese e Made in Italy, il Dipartimento italiano dei vigili del fuoco, soccorso pubblico e difesa civile, Confindustria Alto Adriatico e Confindustria Udine, Università di Udine, SISSA, OGS, Elettra Sincrotrone, CNR-IOM, Cluster Mare FVG, Toyota Italia e Europe, hanno espresso formale sostegno all’implementazione del progetto.
La finalità – Fine ultimo del progetto è accelerare la decarbonizzazione del sistema produttivo della macroregione, nel solco degli obiettivi europei della neutralità climatica e dell’efficientamento energetico, apportando al contempo ricchezza e investimenti sul territorio e dimostrare come l’idrogeno consenta l’accoppiamento tra settori e l’integrazione efficiente ed efficace delle energie rinnovabili nei territori selezionati.
Le dichiarazioni istituzionali – In apertura, il Presidente della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia ha sottolineato come si tratti di “un progetto all’avanguardia a livello europeo che vede Friuli Venezia Giulia, Slovenia e Croazia impegnati verso lo sviluppo di un modello più sostenibile volto a differenziare l’approvvigionamento energetico e coprire tutti i segmenti della filiera idrogeno: dalla produzione, allo stoccaggio, dal trasporto alla distribuzione”. Il Presidente di Confindustria Alto Adriatico, Michelangelo Agrusti, ha proseguito sottolineando come “la transizione ecologica è fondamentale ma non va affrontata con un approccio dogmatico, bensì pragmatico. Ciò significa che per la produzione dell’idrogeno, in un contesto in cui le fonti rinnovabili non sono sufficienti e non lo saranno a breve termine, – oltre a non essere economicamente vantaggiose in assenza di incentivazioni – vadano prese in considerazione anche fonti di origine nucleare. Solo così nel 2050 il 20% dell’energia potrebbe derivare dall’uso dell’idrogeno. Al contempo è necessario un dialogo sempre più forte con il sistema della ricerca e della scienza per trovare nuove soluzioni che rendano la responsabilità ambientale coniugabile con la responsabilità sociale”. “La congiuntura geopolitica ed economica impongono con urgenza per ragioni di messa in sicurezza e competitività del nostro sistema produttivo e del nostro sistema sociale, trovare il modo di produrre idrogeno in maniera verde per l’industria, considerato che la produzione industriale è la spina dorsale sulla quale si regge la sostenibilità del welfare – ha dichiarato Anna Mareschi Danieli, vicepresidente di Confindustria Udine – Per produrre idrogeno ci vuole energia, Per produrre idrogeno verde ci vuole energia verde. Come e, soprattutto, dove la produciamo? La prima risposta che dobbiamo dare è a questa domanda. Quella che ci attende, a partire da oggi, è quindi una fase di lavoro improntata alla concretezza. Il virtuoso percorso di collaborazione avviato dalla Regione FVG con Slovenia e Croazia ora deve necessariamente essere scaricato a terra. Per raggiungere questo obiettivo, l’apporto dell’industria è e sarà fondamentale. Confindustria Udine, in rappresentanza delle imprese del territorio già coinvolte direttamente e indirettamente in questo percorso, è fortemente motivata e pronta a fare la sua parte, svolgendo un ruolo attivo”. Nel suo videomessaggio, Gilberto Pichetto Fratin, Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica ha sottolineato ‘importanza della diversificazione energetica, in cui il governo è impegnato, auspicando che il modello della NAHV sia trasferibile in altri contesti e sottolineando come l’idrogeno verde sia una risorsa per il Paese, per sviluppare il grande potenziale italiano.
La sessione “L’idrogeno quale vettore energetico” – Nella sua relazione “Politiche EU e attività di ricerca e innovazione nelle tecnologie idrogeno”, Bart Biebuyck, Direttore esecutivo, Clean Hydrogen Partnership, ha sottolineato la fondamentale importanza della collaborazione pubblica e privata, grazie alla quale nell’idrogeno l’Unione Europea può riuscire a mantenere la leadership persa invece in altri campi. Da qui al 2050 le fasi che scandiranno la produzione dell’energia a idrogeno si basano sull’integrazione di 3 capisaldi dentro le “Valli Idrogeno”: la produzione da energie rinnovabili, l’organizzazione della distribuzione e la ripartizione negli utilizzi finali. Giorgio Graditi, Direttore generale, ENEA è intervenuto sulle “Politiche nazionali e prospettive di medio e lungo periodo” evidenziando come la transizione ecologica in corso vada fatta in maniera graduale e facendola comprendere dalla società, perseguendo un approccio equilibrato in merito alla neutralità tecnologica e facendo leva su un mix energetico flessibile per rispondere alle varie esigenze. In quest’ottica i 4 miliardi previsti dal PNRR vanno orientati sulla produzione di idrogeno per le fabbriche ma anche sulla realizzazione delle filiere, la promozione delle hydrogen valley, l’implementazione delle infrastrutture e la definizione di un piano per la ricerca articolato sugli asset di: produzione di idrogeno verde, sistemi di trasporto e storage, sviluppo delle celle a combustile e digitalizzazione dell’infrastruttura dell’idrogeno. Infine, oltre a produrre l’idrogeno in modo più pulito, va prodotto soprattutto in modo più efficiente. E a questo scopo è fondamentale incrementare la ricerca e rafforzare il rapporto tra ricerca e industria. Luigi Crema, Vice Presidente, H2IT – Associazione italiana idrogeno e celle a combustibile, tra le “Priorità per lo sviluppo della filiera idrogeno in Italia” ha indicato che il nuovo sistema energetico dovrà essere basato su asset diversi, in cui l’idrogeno è il completamento delle energie rinnovabili. Al momento, infatti, l’idrogeno consumato a livello europeo è pari poco più di 8 milioni di tonnellate, ma diventerà un vettore energetico di uso comune anche in campo residenziale. Ha inoltre rimarcato il ruolo strategico dell’Italia nell’EHB – EU Hydrogen Backbone – che identifica 5 corridoi principali per lo sviluppo della rete di trasporto dell’idrogeno – nell’ambito della quale il CORRIDOIO A attraverso l’Italia trasporterà 3 milioni di Tonnellate nel 2030 e ben 10,5 nel 2040. Al momento l’infrastruttura è già realizzata per oltre il 90%. Inoltre, la filiera nazionale è già in grado di coprire tutte le tecnologie e le diversie tipologie di produzione e il sistema di logistica, trasporto e distribuzione può contare su player di lunga data e nuovi attori in grado di realizzare trasporto, stoccaggio, infrastrutture di rifornimento e componentistica per l’adeguamento di veicoli stradali (camion e bus), treni e navi.
La Sessione “Verso la Valle Idrogeno Nord Adriatico” – Nel suo intervento Rodolfo Taccani, Delegato del Rettore per il trasferimento tecnologico e rapporti con le imprese, Università degli Studi di Trieste, ha portato un’ “introduzione al concetto di ecosistema Valle Idrogeno”, sottolinenando il ruolo di vettore ricoperto dall’idrogeno, la caratteristica sperimentale delle attuali Valle idrogeno che devono affrontare svariati problemi: il costo della produzione dell’idrogeno in primis e la necessità di grande quantità di energie da fonti rinnovabili per produrre idrogeno. Ma ha anche aggiunto che l’idrogeno può essere accumulato in energia quando non sono disponibili le fonti rinnovabili e il suo potere calorifero pari a tre volte quello del petrolio. Nell’illustrare “La strategia ed il percorso della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia” Massimo Canali, Direttore centrale, Direzione centrale difesa dell’ambiente, energia e sviluppo sostenibile, Ketty Segatti, Vice Direttore centrale, Direzione centrale lavoro, formazione, istruzione e famiglia, Magda Uliana, Direttore centrale, Direzione centrale attività produttive e turismo si sono concentrati sul percorso che ha portato alla costituzione della NAHV inserendosi nella Strategia regionale per lo Sviluppo Sostenibile e nella Strategia per la Mitigazione e l’adattamento ai cambiamenti climatici, in dialogo – inoltre – con la Strategia regionale per la Specializzazione Intelligente del FVG 2021-2027. Un percorso che ha coinvolto il settore della ricerca e della formazione, la società civile, il settore pubblico e quello privato per realizzare una cabina di regia per lo sviluppo sostenibile. La dimensione regionale ha così dialogato con quella nazionale, che a sua volta è entrata nella partnership internazionale, approdando a una governance multilivello che si è dotata di un’assistenza tecnica transnazionale supervisionata, a sua volta, da Area Science Park. Massimiliano Rudella, Direttore Istituto Valorizzazione della ricerca e supporto al sistema imprenditoriale, Area Science Park ha ricordato i punti salienti del “progetto Horizon Europe “North Adriatic Hydrogen Valley”: obiettivi e articolazione” e in particolare le sue potenzialità che gli hanno permesso di essere selezionato per il finanziamento della Clean Hydrogen Joint Undertaking per un budget di 25 milioni di euro e una partnership tra 34 organizzazioni tra Italia, Slovenia, Croazia che durerà 72 mesi. Un’iniziativa che si fonda sulla cooperazione transfrontaliera e sullo scambio di oltre il 20% dell’idrogeno prodotto annualmente dalle infrastrutture coinvolte. I risultati attesi sono: lo sviluppo dell’economia dell’idrogeno attraverso un sistema di produzione/distribuzione/stoccaggio; un importante contributo alla decarbonizzazione di industria, trasporti, energia e lo sviluppo di simbiosi tra i settori di applicazione e integrazione delle energie rinnovabili.
Il momento “Testimonianze delle imprese del FVG” ha visto Maria Mazzurco, Responsabile Acquisti, Appalti e Logistica – Sistemi informativi e Processi Trasversali, AcegasApsAmga S.p.A e Alberto Agnoletti, Chief Technical Officer, Faber Industrie S.p.A evidenziare la centralità della generazione di sinergie e di progettare adesso soluzioni per valorizzare le infrastrutture per creare delle simbiosi industriali che favoriscano una produzione di idrogeno con risorse contenute.
L’indagine sulle imprese del FVG – L’indagine “Valle idrogeno Nord Adriatico” – Focus “Imprese” presentata da Rado Fonda, Head of Research, SWG – Rachael ha mostrato, tra i tanti dati, come circa un quarto delle aziende non escluda di partecipare alla Valle dell’Idrogeno del Nord Adriatico, seppure principalmente con tempi di inserimento lunghi. Maggiore interesse è stato riscontrato nei settori della Manifattura e Mobilità, così come nell’Edilizia.
Nel panel “Contributo del Sistema scientifico e dell’innovazione del FVG” si è esplicitato come il sistema degli Enti Scientifici del Friuli Venezia Giulia possa contribuire allo sviluppo del progetto, ciascuno secondo le sue specificità. “Come produciamo, stocchiamo, trasportiamo idrogeno oggi non è economico. Serve sviluppare nuovi metodi, nuove tecnologie e nuovi materiali per abbattere i costi all’origine – ha commentato Caterina Petrillo, Presidente, Area Science Park – Questo si può fare solo con ricerca su tecnologie, materiali, … ed è per questo motivo che la Ricerca è alla base di ogni sviluppo industriale per renderlo più sostenibile anche economicamente”.
L’indagine sui cittadini del FVG – Nell’illustrare il “Focus Cittadini”, Giulio Vidotto Fonda, Research Director, SWG – Rachael, ha mostrato come la conoscenza del tema della Valle Idrogeno Nord Adriatico risulti scarsa ma che una buona quota ritenga che l’idrogeno sarà la fonte del futuro e che sarebbe interessata a usufruirne nel privato per l’elettricità domestica, come combustibile per il proprio mezzo di trasporto privato o per il riscaldamento domestico.
L’Assessore al lavoro, formazione, istruzione, ricerca, università e famiglia della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia chiudendo i lavori ha dichiarato “questo incontro ha messo in circolo conoscenze, ipotesi di utilizzo, possibilità di posizionamento geopolitico del nostro territorio. Questo è quello che deve fare la politica: porre i fondamenti, tracciare la strada e lasciare spazio ai tecnici e agli esperti che poi concretizzeranno. Dalle intenzioni emerse dalla Presidenza della Regione, grazie alla collaborazione di un tavolo interdirezionale quelle che erano solo idee hanno incontrato i vari Enti Scientifici del Territorio e il sistema delle imprese. Da uno dei tanti progetti candidati, siamo diventati un progetto faro e siamo approdati alle risorse del PNRR che il sistema regionale, nazionale ed europeo mettono a disposizione. Questa regione, da angolino in alto a destra del nostro Paese, sta riconquistando – anche grazie a opportunità come questa – un ruolo centrale”.
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