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Vaccinazione covid in FVG : criteri di priorità fanno arrabbiare gli operatori sanitari

infermiera in corsia

Continua la polemica infuocata sulle prime vaccinazioni in Friuli Venezia Giulia, mentre l’informazione mainstream esalta i passi compiuti, a mezzo di una campagna mediatica senza precedenti. Sono furiosi, invece, gli operatori sanitari per quello che si è rivelato un errore, a detta loro, sotto il profilo dell’organizzazione sanitaria. I fatti secondo il Consigliere Regionale FVG del Gruppo Misto Walter Zalukar: “nella fase iniziale le dosi di vaccino saranno limitate e si renderà necessario scegliere a chi somministrarle in via prioritaria; l’Assessore alla salute sceglie una vasta platea di operatori sanitari e anche non sanitari, ma sbaglia il metodo di reclutamento del personale. Costringe, infatti, gli operatori a prenotare la vaccinazione attraverso il CUP rendendo impossibile selezionare dei sottogruppi all’interno dell’insieme scelto. Per intenderci, il criterio “primo arrivato, primo servito” non consente di selezionare, tra gli operatori sanitari, quelli più esposti o, ancora, quelli maggiormente a contatto con pazienti fragili, né consente di fissare la priorità tra sanitari e non sanitari. Questa scelta vanifica quanto suggerito da autorevoli agenzie internazionali – OMS e Centro europeo per la prevenzione delle malattie in testa- oltre che dal Ministero della salute.
Tutti questi hanno prodotto studi, overview e linee guida in quantità il cui tratto comune è quello di suggerire due passi fondamentali: la scelta di una vasta gamma di criteri per individuare i gruppi prioritari e l’importanza di selezionare dei sottogruppi così da addivenire ad una protezione mirata. Ho presentato un’interrogazione alla Giunta regionale per conoscere la ratio di tali scelte, ma anche e soprattutto per suggerire delle soluzioni volte a ovviare all’errore. “Chi lavora sbaglia”, “errare è umano”, si dice, e nell’affrontare questa epidemia così inattesa errori ci sono stati in tutti gli Stati. Tuttavia colpisce la sequela di svarioni e non piccoli commessi nella nostra regione: la nave, gli anziani lasciati a contagiarsi e curarsi in casa di riposo, i focolai in sede ospedaliera probabilmente dovuta alla difficoltà di creare percorsi covid-no covid e in ultimo questo pasticcio sulle vaccinazioni. E questo solo sul covid, ma si pensi agli altri servizi sanitari: diagnostica rallentata, chirurgia in elezione di fatto quasi ferma, prevenzione oncologica (screening) con ritardi preoccupanti, pianificazione regionale ferma al palo, liste di attesa presumibilmente esplose. Maggior efficienza è stata dimostrata nell’organizzazione dell’evento mediatico di Palmanova a diffondere immagini di vaccinati estatici salvati dal taumaturgo. Ma ci si chiede: lo spettacolo deve veramente continuare in questo modo?”

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