Un “Omaggio a Bruno Chersicla”
alla Galleria Planetario di Trieste
martedì 25 giugno alle ore 18.30 inaugura la mostra
Esposizione fino al 15 settembre 2024
A 11 anni dalla prematura scomparsa dell’artista, la Galleria Planetario di Trieste dedica un “Omaggio a Bruno Chersicla” con una rassegna di sculture. pitture e disegni, nel segno della lunga collaborazione, avviata nel 2000 e proseguita fino alla scomparsa nel 2013, con l’esposizione delle personali nel 2002 e nel 2008 e la comune partecipazione a tante esposizioni (Toronto nel 2004, cui seguirono in ArteFiera Bologna, MiArt Milano, ArtVerona, Palmanova, Pordenone e la prestigiosa antologica a Palazzo TE di Mantova).
La mostra inaugura martedì 25 giugno, alle ore 18.30, alla Planetario, in via Fabio Filzi, 4 (primo piano), visitabile fino al 15 settembre, tutti i giorni feriali dal martedì al sabato, con orario 11.00/13.00 – 17.00/19.00).
“Artista poliedrico e appassionato” – afferma il curatore Livio Radin, ricordando le Indimenticabili serate trascorse insieme, tra conversazioni sull’arte e serate musicali con il suo contrabbasso da appassionato interprete di Jazz – “Bruno Chersicla è passato dalla pittura alla scenografia, all’insegnamento del graphic design. La combinazione di passione artistica, generosità e il forte legame con la sua città natale, Trieste, è stata fonte d’ispirazione e il suo desiderio di condividere l’arte con la comunità, di lasciare un segno di amore indelebile, si è concretizzato nel generoso regalo che fece alla città: il grande graffito in piazza Unità d’Italia, realizzato con l’aiuto di 4.700 triestini, entrato poi nel Guinness dei Primati”.
Bruno Chersicla rimane un punto di riferimento nell’arte triestina, ma non solo.
Nel 1995 in occasione di una mostra personale a Todi, l’astrattista Piero Dorazio scriveva di Chersicla “… sono rimasto affascinato, non solo dalla sua presenza ma soprattutto dall’intelligenza della sua fattura, dalla creatività delle soluzioni plastiche e formali, dalla vitalità dei suoi contorni. Sono sicuro che de Chirico, Depero, Dubuffet, Delaunay, Duchamp, (e per lasciare la serie D) Arp, Balla, Boccioni, Picabia, Klee, Malevic, Picasso, Leger, lo riterrebbero meritevole di un invito nel loro Olimpo…”.
Lo storico dell’arte e critico Enrico Crispolti ha definito le opere di Bruno Chersicla delle “scultopitture”, sottolineando come “le sue sculture in legno a multistrati, scomponibili in tante parti, tenute insieme da perni, cerchino di catturare la forma esteriore, l’essenza, l’intima verità, di figure, volti, miti e oggetti del nostro tempo, forme basilari della geometria. Sono, quelle sculture, un intreccio, quasi stordente e vertiginoso, di geometrie semplificate, di flussi di linee, una sinfonia di forme di arcana memoria, sinuose e inquiete, di colori che accentuano e esaltano certe superfici, ne mettono in sordina altre, colori tenui che hanno una funzione importantissima nel definire i volumi, il senso illusorio della profondità, e nel alludere ai blocchi, alle articolazioni in cui la scultura può essere scomposta”.
Alcune delle opere in mostra alla Galleria Planetario
- Giorgio Strehler 2000 legno okoumè dipinto cm 185x87x9
- Hemingway 2000 Legno okoumè dipinto cm 145x80x9
- Il contrabasso 1999 Legno okoumè dipinto cm 190x90x9
- Il bacio 1994 Legno okoumè dipinto cm 190x60x9
- Mac 1997 Legno okoumè dipinto cm 1750x67x9
- Mandrake 2002 Legno okoumè dipinto cm 191x25x9
- Caterina 2001 Legno okoumè dipinto cm 185x87x9
- Freud 1978 Legno okoumè dipinto cm 38x35x9
- Raccordosei 2008 Acrilico su legno okoumè multistrati, cm 153×126
- “Onda grigia con segni blu” 1963 Tecnica mista su tela cm 24X18
- CDM-F-05 2007 Tecnica mista su carta cm 50×35
- RDM-CO.KGRD 2008 Acrilico su legno dipinto cm 153×101
- Broke 2007 Legno okoumè dipinto cm 53x30x9
Infine, altre 30 opere, tra cui alcune particolarità:
10 disegni in grafite, realizzati da Bruno Chersicla per illustrare il libro di poesie dialettali di Claudio Sibelia, “Arie Triestine in Versi”.
Dalla fine degli anni 80 al 2007, l’artista inviava a molti artisti, letterati ed estimatori un disegno a matita, una figura di spalle che reggeva una cornice. Chi riceveva, restituiva con l’interno della cornice, un dipinto o un pensiero grafico. Nel 2005 la Galleria Galliata di Alassio raccolse parte di queste mini-opere in un libro, “Il collezionista”, dialoghi disegnati con 70 artisti contemporanei.
Da appassionato viaggiatore, Bruno Chersicla visitò le più importanti città del mondo, da dove spediva le cartoline da viaggio ai suoi amici che aveva preparato in xilografie prima di partire.
Bruno Chersicla, triestino di nascita, 1937, mitteleuropeo di cultura, è stato pittore, disegnatore e scultore.
Si iscrive all’Istituto d’arte “Nordio”, dove frequenta i corsi di arredamento e decorazione navale. Si diploma al Conservatorio “Tartini” appassionato di musica jazz e letteratura. Appartiene a quel filone ideale che rappresenta lo specifico della triestinità. Negli anni 60 ha fatto parte del gruppo d’avanguardia triestino “Raccordosei”, con gli artisti Caraian, Cogno, Palcic, Perizi e Reina. Nel 1966 si trasferisce a Milano, dove ha lavorato al Piccolo Teatro. Qualche anno dopo ha aperto un atelier a Zoccorino in Brianza, una suggestiva casa-laboratorio negli spazi di una antica filanda, dove si è dedicato principalmente alla scultura lignea.
Bruno Chersicla è stato un nomade come artista, perché istintivamente era un curioso, le instancabili frequentazioni di mostre e artisti, dalle personali predilezioni per la Bauhaus, Futurismo, Surrealismo, Informale segnico e materico.
Dagli anni 70 tralascia progressivamente la pittura, la scenografia, l’insegnamento del graphic design per dedicarsi quasi esclusivamente alla scultura lignea. Esordisce nel 1962 con una mostra a Udine. Nel 1975 riceve il Premio d’Honneur alla Biennale di Murska Subota per la Piccola Scultura, 1978.
Inizia il ciclo dello “Spitzenkongress” un omaggio di Chersicla a tutte le personalità che hanno contribuito a forgiare la sua identità culturale: Joyce, Freud, Svevo, Saba, Majakovskij, Kafka, Klee, Kandinskij. Nel 1982 è l’anno di “E’ tornato Joyce”, opere per le celebrazioni triestine dell’anno Joyciano, mostra che dopo Trieste sarà esposta a Palazzo Sormani di Milano. Nel 1986 la mostra “Trouver Trieste” a Parigi, sempre negli anni 80 ha un breve ritorno alla pittura con il ciclo intitolato “Tropos” pur rimanendo sempre attento alla scultura lignea. Seguono nel 1994 la mostra antologica a Reggio Emilia, nel 1995 la personale a Todi alla Galleria Moenia, nel 1996 alla Galleria Fidesarte a Miami e alla Galleria Blu a Chicago, la grande mostra personale al Museo Revoltella a Trieste, alla Galleria la Scaletta di Reggio Emilia.
Nel 2001 ottiene il Guinness dei primati per il dipinto più grande del mondo realizzato nella Piazza dell’Unità d’Italia. Nel 2007, ha viaggiato con la Transiberiana, documentando il viaggio con appunti e disegni, raccolti in una preziosa pubblicazione. Nel 2008 riceve il premio delle Arti e della Cultura di Milano. Nel 2009 la personale a Palazzo Frisacco di Tolmezzo, curata da Enzo Santese, cui segue sempre nel 2009 la mostra “Una Trieste Immaginaria” con 20 opere alla Lega Navale. Nello stesso anno riceve il premio San Giusto d’Oro. Seguirà nel 2010 la mostra alla Galerie Bares Paris.