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Tesla: la ragione per cui l’industria automobilistica californiana non approderà a Trieste

Tesla ha annunciato che è in “fase finale” la selezione di un sito per una Gigafactory europea e un annuncio è previsto entro la fine dell’anno.
Il CEO Elon Musk parla da un po ‘di tempo di una fabbrica completa di batterie e veicoli in Europa.
Diversi paesi europei hanno persino lanciato campagne per cercare di attirare Tesla nel loro mercato interno.
Tesla avrebbe dovuto confermare una sede per una fabbrica nel 2017 , ma non è mai successo.
L’anno scorso, Musk ha affermato che la Germania è la “scelta principale” per una fabbrica in Europa e ha persino specificato che “il confine franco-tedesco ha senso” per una fabbrica vicino ai paesi del Benelux.

Secondo quanto riferito, Tesla ha esaminato diversi siti specifici in diversi stati tedeschi e ha preso in considerazione anche altri paesi. Da qui è nata la petizione su change.org per far approdare lo stabilimento Tesla a Trieste, in virtù della fiscalità vantaggiosa per il regime di Punto Franco che gode il nostro territorio.

Purtroppo temiamo che l’orizzonte dell’azienda californiana sia alquanto buio, e che tutto ciò rappresenti solo una “boutade” per tranquillizzare clienti e fornitori.

Mario Cianflone (Sole24Ore) spiega così:

Elon Musk e la sua Tesla sono sempre più in difficoltà, nei giorni in cui la Sec ha avviato un’azione legale contro l’azienda californiana e il titolo crolla in Borsa (-13,90% a Wall Street). E gran parte dei guai deriva dai problemi di produzione della Model 3, cioè la compatta premium, che sarebbe dovuta essere costruita in 5mila unità a settimana ma che in realtà non ha mai raggiunto questa cadenza produttiva. Eppure per questa berlina cinque porte alla spina Tesla ottenne 400mila ordini. E moltissimi sono stati rimborsati stante l’impossibilità di consegnare la macchina ai clienti. E mentre viene introdotta in produzione la versione per l’Europa (a quasi due anni da debutto, quando un’auto normale al terzo anno è al primo restyling), Elon Musk addirittura convoca i clienti per andare a consegnare le Model 3 agli acquirenti.

Ma che cosa sta succedendo a Tesla? Semplice, la pioniera dell’auto elettrica di lusso sta subendo una concorrenza sempre più agguerrita nelle vetture a ioni di litio a lunga autonomia. Una competizione dal basso (Nissan Leaf II, l’elettrica più vendita al Mondo e Chvrolet Bolt) e soprattutto dall’alto, perché la sua best seller, la Model S, mostra tutti i suoi sei anni di vita e i concorrenti tedeschi hanno schierato una raffica di novità, full electric, che sembrano mettere in angolo le proposte del brand californiano.

Quella dell’auto elettrica è infatti una rivoluzione che parte principalmente all’alto, dalla categoria premium. Già, perché i modelli più recenti in vendita o in arrivo a breve sono tutti appartenenti all’alto di gamma. I loro nomi: Audi e-tron, Mercedes EQC, Porsche Taycan e Jaguar I-Pace. Il motivo è semplice, le vetture alla spina per essere utilizzabili senza Range Anxiety, in altre parole senza il patema di rimanere senza energia, devono avere batterie di grandi dimensioni. È questa la lezione di Tesla e di Elon Musk: costruire auto elettriche a lunga autonomia (tra i 400 e 500 km) impone la creazione di modelli di alto prezzo e grandi dimensioni. I motivi sono molteplici.

Le auto premium garantiscono più margini (o almeno minori perdite), le dimensioni abbondanti (e-tron, EQC e I-Pace sono tutti suv di taglia generosa) assicurano spazio sufficiente per alloggiare pacchi di celle a ioni di litio in quantità soddisfacente. Inoltre l’auto elettrica, al momento sembra un bel giocattolo per ricchi. Auto di lusso (i modelli segnalati costano tra gli 80 e i 100mila euro), che dormono in case con garage muniti di sistemi di ricarica veloce. Del resto è difficile ipotizzare una Porsche Taycan parcheggiata in strada di notte con la spina attaccata alla colonnina.

L’offerta di auto alla spina sta dunque aumentando: da una parte i costruttori premium, soprattutto quelli di passaporto tedesco, hanno risposto a Tesla con modelli in grado di far invecchiare di colpo la Model S di Elon Musk (la sua best seller ha sei anni di vita), mentre la Model 3, la “compatta” premium costa comunque almeno 50/60 mila euro, in Europa non si vede ancora e la casa di Fremont ha problemi nella produzione.

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