TURANDOT E AIDA APRONO LA STAGIONE LIRICA E DI BALLETTO DELLA FONDAZIONE TEATRO LIRICO GIUSEPPE VERDI DI TRIESTE
Doppia inaugurazione venerdì 29 novembre (ore 20.30) e domenica 1 dicembre (ore 16.00)
La versione originale di Turandot di Giacomo Puccini debutta al Teatro Lirico Giuseppe Verdi di Trieste venerdì 29 novembre, alle 20.30, nel ricordo proprio del giorno in cui il compositore morì nel 1924 lasciando la sua opera incompiuta, dopo cinque anni di lavoro. Una scelta voluta dalla Direzione artistica della Fondazione, d’intesa con il Maestro Concertatore e Direttore Nikša Bareza, e con i registi Katia Ricciarelli e Davide Garattini Raimondi, per rendere omaggio a Puccini, non sempre capito in tutta la sua grandezza e qualità, dedicando una grandissima cura alla direzione di questo capolavoro, per rivelarne appieno l’eccezionale struttura architettonica e l’intelligente drammaturgia nel perfetto dipanarsi dei tempi musicali.
Una cura che sarà assicurata anche alla direzione di Aida di Giuseppe Verdi, Maestro Concertatore e Direttore Fabrizio Maria Carminati, che completerà (domenica 1 dicembre, alle 16.00, titolo fuori abbonamento) con quest’opera trionfale e al tempo stesso intimistica (come nel Preludio) la doppia inaugurazione della Stagione lirica e di balletto 2019-2020 della Fondazione Teatro Lirico Giuseppe Verdi di Trieste. Un impegno importante per tutti i lavoratori del Verdi, che dimostra le capacità tecniche, artistiche e produttive del Teatro.
“L’inaugurazione di ogni stagione per una Fondazione – afferma il Sovrintendente Stefano Pace – costituisce un momento molto importante e soprattutto simbolico, indicatore delle ambizioni che il Teatro nutre e desidera proporre al proprio pubblico. Credo quindi che un’inaugurazione con due titoli quali Turandot e Aida, che segue quella trionfale della tournée in Giappone, sia il colpo di gong che dà la misura dell’importanza della programmazione per questa nuova stagione della nostra Fondazione”.
“Turandot e Aida non sono soltanto due opere rappresentate abitualmente in tutti i più grandi teatri al mondo, bensì due capolavori assoluti, sottolinea il Direttore artistico Paolo Rodda. Nell’immaginario collettivo esse sono “il teatro musicale”. Aprire la stagione con questi due titoli è emblematico dell’enorme impegno e del percorso che il Teatro Verdi tutto sta compiendo per distinguersi nel panorama nazionale e in quello internazionale, anche con iniziative e proposte che sono talvolta in controtendenza con quanto effettuato nel recente passato”.
Due nuovi allestimenti della Fondazione in collaborazione con l’Odessa National Academic Theater of Opera and Ballet, con la regia firmata da Katia Ricciarelli e Davide Garattini Raimondi, scene e disegno luci di Paolo Vitale, costumi del Teatro di Odessa ripresi da Giada Masi, movimenti scenici Anna Aiello, coreografie di Morena Barcone.
Oltre alla partecipazione dell’Orchestra, del Coro (diretto dal Maestro Francesca Tosi) e dei Tecnici del Verdi e del Coro e del Corpo di Ballo dell’Odessa National Academic Theater of Opera and Ballet, per Turandot sarà presente anche il Coro “I Piccoli Cantori della Città di Trieste” diretto dal Maestro Cristina Semeraro.
Gli interpreti che si alterneranno sul palcoscenico del Verdi per Turandot saranno Kristina Kolar e Gabrielle Mouhlen (Turandot), Amadi Lagha e Rudy Park (Calaf), Desirée Rancatore e Filomena Fittipaldi (Liù), Andrea Comelli (Timur), Max René Cosotti (L’Imperatore Altoum), Alberto Zanetti (Ping), Saverio Pugliese (Pang), Motoharu Takei (Pong), Giuliano Pelizon (Un mandarino), Anna Katarzyna Ir (Prima ancella), Elena Boscarol (Seconda ancella) e Roberto Miani (Il Principe di Persia).
Gli interpreti principali di Aida saranno Anna Litvinova (Aida), Anastasia Boldyreva (Amneris), Gianluca Terranova (Radames), Andrea Borghini (Amonasro), Cristian Saitta (Ramfis), Fulvio Valenti (Il Re), Blagoj Nacoski (Un messaggero) e Rinako Hara (Una sacerdotessa).
“Ci teniamo molto che nonostante la base favolistica di Turandot – sottolineano Katia Ricciarelli e Davide Garattini Raimondi – “ci sia una importante naturalezza sia nei comportamenti tra personaggio e personaggio, ma anche una certa veridicità rispetto a quello che viene detto in scena, per cui il cantante non si deve limitare a cantare ma a spiegare e a far venire chiaro quello che sta cantando. E di conseguenza, cosa che molto spesso va a mancare, si rimarca l’importanza di ogni parola detta ed ascoltata da tutti sul palco. Le reazioni sulle parole sono elementi fondamentali perché si possa assaporare una certa naturalezza, naturalezza che rende questa favola esageratamente attuale perché comunque siamo di fronte a una tirannia ancora presente nel nostro mondo”.
“Aida è una grande opera articolata e, soprattutto, è un dramma intimo. È il dramma di ogni suo personaggio che deve combattere contro il proprio volere, perché deve tenere fede al ruolo che la società gli ha destinato. Ci sentiamo di dare un’altra lettura dell’opera – spiegano Katia Ricciarelli e Davide Garattini Raimondi – connessa alla solitudine dei personaggi, alla necessità di questi di restare, spesso, legati al proprio ruolo per convenzioni sociali e non sentimentali”.
Fondamentale, infine, l’impegno profuso da tutte le maestranze in questa impresa per la doppia apertura, come hanno sottolineato, ringraziandole, il Sovrintendente Pace e Paolo Vitale.