Lunedì scorso 984 test in Slovenia hanno confermato 13 infezioni da coronavirus e non ci sono stati nuovi decessi. Un gran numero di nuovi casi, che non sono mai stati registrati nel paese dalla fine di aprile. Il portavoce del governo Jelko Kacin e il capo del Center for Infectious Diseases presso il National Institute of Public Health (NIJZ) Mario Fafangel hanno presentato un quadro epidemiologico. In Slovenia possiamo aspettarci un nuovo inasprimento nelle prossime ore, dato che Kacin ha annunciato ieri che il gruppo di esperti consultivi del governo responsabile di Covid-19 si è riunito per prendere in considerazione possibili nuove misure per prevenire una nuova ondata più grande. Dovrebbe decidere entro oggi.
Kacin spiega che il numero di 13 nuove infezioni è poco realistico, in quanto nel fine settimana si effettuano meno test. Il portavoce del governo non si aspetta misure drastiche, ma un programma futuro di contenimento. Ha sottolineato che lo stato ha bisogno di due strutture per la quarantena entro la fine della settimana, una per la parte orientale e l’altra per la parte occidentale della Slovenia.
PREOCCUPAZIONE A CAUSA DEI CASI DALL’ESTERO
Mario Fafangel del NIJZ ha nuovamente espresso preoccupazione per le infezioni provenienti da altri paesi. “Noi epidemiologi non siamo preoccupati per il numero relativamente esiguo di nuovi infetti. Ciò che ci preoccupa di più e ciò che vogliamo è che le persone che provengono da paesi che non sono valutati come sicuri siano in quarantena”, ha sottolineato Fafangel. L’epidemiologo ha valutato lo stato attuale della pandemia nel mondo come una situazione che rimane in aumento. “È difficile parlare della seconda ondata, ma è uno dei picchi della pandemia, di cui ce ne sono diversi in tutto il mondo”, ha spiegato, valutando la situazione attuale in Slovenia. La tendenza è chiaramente in crescita, e NIJZ fornirà consigli sulle varie misure da adottare.