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Servola, aria pulita: Fedriga soddisfatto

I rilievi effettuati da Arpa successivamente alla chiusura dell’area a caldo della Ferriera di Servola (cokeria, altoforno e impianti correlati) evidenziano un significativo miglioramento della qualità dell’aria e una significativa riduzione del rumore notturno. Questa conclusione è contenuta nello studio preliminare realizzato da Arpa presentato oggi a Trieste nel corso di una conferenza stampa alla presenza del Presidente del Friuli Venezia Giulia e dell’Assessore all’ambiente.

Come noto lo spegnimento dell’area a caldo è avvenuto per fasi in un periodo che va dal 27 marzo al 9 aprile 2020. Successivamente allo spegnimento, Arpa ha proseguito a raccogliere i dati nelle stazioni di monitoraggio in continuo presenti in loco, cinque per la valutazione della qualità dell’aria e una per il rumore. I dati raccolti consentono ora di valutare, dopo lo spegnimento dell’area a caldo, l’effettiva entità degli impatti dell’impianto produttivo sull’abitato servolano.

Polveri aerodisperse (PM10)

Nei mesi da aprile a giugno Arpa ha osservato una significativa riduzione di circa il 30% delle concentrazioni delle polveri aerodisperse (PM10) a ridosso dello stabilimento siderurgico. La stazione di RFI presenta, infatti, concentrazioni analoghe a quelle della stazione di Piazzale Rosmini posta in centro città

Benzene

Negli ultimi anni le concentrazioni del benzene hanno sempre rispettato i limiti di legge anche nei pressi dello stabilimento. Con la chiusura dell’area a caldo a partire da aprile 2020 si è osservata una riduzione delle concentrazioni medie del benzene di circa il 30%, che nei pressi della Ferriera sono addirittura inferiori a quelle delle aree a maggior traffico di Trieste (Piazzale Rosmini). Sono, inoltre, diminuiti i picchi orari più elevati che erano associati a inefficienze del processo siderurgico.

Benzo[a]pirene

La concentrazione di Benzo[a]pirene rilevata nelle polveri aerodisperse (PM10) da aprile a maggio 2020 nei pressi dello stabilimento siderurgico è scesa di circa 4 volte rispetto ai valori rilevati nello stesso periodo dell’anno precedente

Nelle polveri grossolane, invece, la concentrazione di questo inquinante non mostra ancora una chiara tendenza, visto che le maggiori concentrazioni si riscontrano tipicamente nel periodo estivo.

Monossido di carbonio e biossido di zolfo

Nel periodo si è osservata una riduzione nelle concentrazioni medie di questi due inquinanti, che comunque erano già basse durante l’esercizio dell’impianto. Si è osservata, inoltre, una sistematica riduzione nei picchi orari più elevati, che verosimilmente erano all’origine dei disagi olfattivi segnalati dalla popolazione.

Deposizioni di polveri

Relativamente alla deposizione di polvere totale al suolo è significativo il confronto tra i dati del mese di maggio, che è il mese con le maggiori deposizioni al suolo. Nel maggio 2020 si è osservata una riduzione di circa 4 volte dei quantitativi depositati nelle zone a maggior impatto (via del Ponticello) rispetto a maggio 2019. La “polverosità” nell’area di Servola sembra, pertanto, essere attualmente omogenea nel corso dell’anno a differenza di quanto accadeva con l’impianto siderurgico in funzione quando il maggior impatto avveniva nei mesi estivi.

Rumore

Come noto, Arpa ha installato a dicembre 2017 una stazione fissa di monitoraggio del rumore in una zona direttamente esposta alle emissioni rumorose prodotte dagli impianti produttivi dell’area a caldo (via Pitacco). La postazione consente l’acquisizione di misure di riferimento adatte a riscontrare e valutare nel lungo periodo le variazioni del clima acustico esistente nell’area.

Nel periodo di marcia dell’impianto siderurgico (dicembre 2017 – marzo 2020) i livelli sonori notturni e diurni sostanzialmente non hanno mostrato significative variazioni nel tempo, fatto salvo per circostanziate occasioni anomale o per modifiche alle condizioni di marcia ed esercizio. Ciò è rappresentato nell’istogramma con la distribuzione dei livelli sonori notturni negli anni 2018 e 2019, che denota una contenuta dispersione dei valori attorno alla media di 56.2 dB(A).

I sonogrammi acquisiti nel periodo di 18 giorni in cui è avvenuta la fermata degli impianti dell’area a caldo della Ferriera offrono interessanti spunti di riflessione. I sonogrammi sono infatti dei diagrammi che offrono un’immagine d’insieme dello spettro sonoro nel tempo, una sorta di impronta sonora delle diverse sorgenti. In questi diagrammi sono chiaramente visibili i momenti salienti relativi allo spegnimento della cokeria, dell’agglomerato e dell’altoforno, rispettivamente avvenuti alle ore 11:15 circa di domenica 29 marzo, alle ore 21:20 circa di mercoledì 8 aprile e, infine, nel corso della mattinata di giovedì 9 aprile 2020.

Alla chiusura dei vari impianti si è potuta associare, fra l’altro, la scomparsa, nello spettro registrato, di bande di “infrasuoni vicini”, tipici in ambienti industriali di grosse dimensioni.

Nella fattispecie, in concomitanza alla fermata degli impianti della cokeria si è constatata la cessazione di una componente tonale a 12 Hz, mentre successivamente, in corrispondenza della fermata dell’agglomerato e dell’altoforno, rispettivamente la cessazione delle componenti a 16 Hz e 20 Hz.

A distanza di oltre tre mesi dalla chiusura dell’area a caldo, i dati raccolti offrono l’immagine di uno scenario acustico significativamente mutato, in particolare per quanto riguarda i livelli sonori notturni. Un confronto con la situazione precedente consente di stimare presso la postazione di misura un decremento dell’ordine di 10 dB(A) .

È ragionevole attendersi che un decremento consistente, pur differenziato nello spazio, sia riscontrabile anche presso i ricettori abitativi posti in vicinanza della stazione fonometrica.

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