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Sergio Razeto, Presidente di Confindustria Venezia Giulia, sulle dimissioni di SBE da Confindustria

Sergio Razeto

Sergio Razeto

Riceviamo il seguente comunicato, che riportiamo integralmente:

Apprendo con dispiacere la volontà della SBE VARVIT di rassegnare le dimissioni da Confindustria; si tratta di una delle più importanti imprese manifatturiere della nostra regione, che dà lavoro ad oltre 500 persone ed ha come clienti importanti imprese di livello internazionale.
Provo rammarico nel leggere che le motivazioni che hanno spinto all’uscita dal sistema confindustriale siano legate alla percezione da parte dell’imprenditore di non sentirsi tutelato dalla sua associazione.
Scopo fondamentale di Confindustria è la tutela degli interessi di tutte le imprese associate, e la creazione delle condizioni di sviluppo dell’intero territorio su cui opera, attraverso una positiva attività di lobby e di confronto con enti, istituzioni, associazioni che su quello stesso territorio insistono.
L’esercizio di tale compito avviene delineando e condividendo con tutti i soggetti interessati delle strategie di sviluppo di lungo termine, volte a creare i presupposti necessari alla crescita economica delle imprese e del territorio.

In tutti questi anni Confindustria ha sempre sostenuto il progetto di un mini rigassificatore nel porto di Monfalcone, così come quello del rigassificatore di Zaule, andando spesso a sostenere, anche in una posizione minoritaria, le ragioni di questi investimenti. Sicuri della valenza strategica ed economica del progetto di Monfalcone, lo abbiamo supportato in tutte le sedi locali, regionali, nazionali, condividendone l’importanza e la lungimiranza. Nonultimo, in occasione dell’incontro tra gli associati di Confindustria VG e il Vicepresidente e Assessore alle Attività Produttive della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, Sergio Bolzonello, svoltosi lo scorso 30 giugno al termine della nostra Assemblea Interna.

Condivido pienamente quanto espresso da Riccardo Scaramelli, amministratore delegato della Compagnia Portuale e Consigliere della Camera di Commercio di Gorizia, nella lettera recapitata alla Giunta Regionale, con cui si chiede l’approvazione in termini brevi e certi degli interventi strutturali necessari a rilanciare l’attività dello scalo monfalconese.

Confindustria ha sempre sostenuto la necessità di una gestione sinergica degli scali marittimi di Trieste e Monfalcone, nella consapevolezza delle enormi potenzialità, finora non espresse compiutamente, che il nostro territorio possiede in tema di logistica e portualità.
Sono fermamente convinto che nello svolgere il nostro ruolo la strategia e i programmi prevalgano sempre e comunque sulle persone; la scelta degli uomini chiamati a ricoprire incarichi di responsabilità nel sistema economico in cui operiamo deve rispondere a questa logica, e quindi detta scelta deve ricadere sui soggetti più idonei a perseguire i programmi e le strategie delineate. In tale ottica va inquadrata la nomina di Zeno d’Agostino nel cda dell’Azienda Porto di Monfalcone, scelta che ho convintamente appoggiato perché dà risposta alle istanze che Confindustria da sempre porta avanti.
Inoltre, se pur è vero che la Camera di Commercio di Gorizia non ha ritenuto di validare la nomina a Presidente dell’Azienda Porto di Monfalcone di una figura dall’altro profilo professionale proposta da Confindustria, preferendo una scelta più vicina al territorio, abbiamo la consapevolezza che sia più utile lavorare insieme alla CCIAA per indirizzare alla concretezza i progetti di sviluppo e non farci fuorviare da sterili contrapposizioni.

Proprio la consapevolezza della necessità di fare sistema, d’altro canto, ha spinto le associazioni industriali di Gorizia e Trieste a intraprendere un percorso che ha portato alla nascita di un’unica Confindustria. Abbiamo sottoposto all’approvazione di tutti i nostri associati un progetto di fusione che prevede la creazione di un’associazione più forte sia sotto il profilo della rappresentanza e dei servizi erogati, sia sotto il profilo patrimoniale. Lo stesso progetto, approvato dalle rispettive assemblee, indica una naturale perdita economica nella fase di avvio del progetto e la previsione del raggiungimento dell’equilibrio entro i primi esercizi. Il bilancio previsionale approvato lo scorso 30 giugno non fa altro che riconfermare dette previsioni, già portate all’attenzione di tutti gli associati. Si tratta di un investimento sul futuro, che sicuramente darà i suoi frutti, e ci permetterà di svolgere ancora più efficacemente il nostro compito.

Sergio Razeto

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