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Secondo Concerto Stagione Sinfonica 23 e 24 settembre – Teatro Lirico Giuseppe Verdi di Trieste

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Secondo concerto Stagione Sinfonica
Teatro Lirico Giuseppe Verdi di Trieste

Venerdì 23 settembre ore 20.30
Sabato 24 settembre ore 18.00
Orchestra della Fondazione Teatro Lirico Giuseppe Verdi di Trieste

Dopo il grande successo del primo concerto, che ha registrato un numero di presenze maggiore del 20% rispetto al primo concerto dello scorso anno, il calendario della stagione sinfonica del Verdi prosegue con due sorprendenti protagoniste femminili: la direttrice toscana Valentina Peleggi e la giovane pianista coreana Chloe Mun. Entrambe vincitrici di innumerevoli riconoscimenti e con una carriera internazionale in forte ascesa, il concerto di venerdì sera sarà per le due musiciste un emozionante debutto nel nostro Teatro.

Peleggi, diplomata in direzione al Conservatorio di Santa Cecilia, vanta un percorso formativo e una serie di riconoscimenti di assoluto prestigio: prima italiana a entrare nel programma internazionale della Royal Academy of Music of London, dove ha conseguito un postgraduate Master of Art con il massimo dei voti e menzione d’onore; a seguire, e per citare solo alcuni dei premi conseguiti, vince il prestigioso riconoscimento DipRam, il Conducting Prize al Festival do Inverno em Campos do Jordao (Brasile) e, per due anni consecutivi, il Gordon Parks Foundation Award (USA) oltre al prestigioso Fred Southall Memorial Prize (UK) e al concorso Taki Concordia Conducting Fellowship, il premio fondato da Marin Alsop nel 2002, la cui missione è sostenere la formazione e la carriera di giovani direttori donna.
Prima della direzione dell’Orchestra del Verdi in questo concerto, quest’anno Peleggi è salita sul podio della BBC Concert Orchestra, della Tonhalle-Orchester, della Baltimore Symphony Orchestra; in agosto ha accompagnato il tour europeo dell’orchestra Sinfonica di San Paolo al Festival di Edimburgo, al BBC Proms di Londra e al Festival di Lucerna.

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Solista della serata al pianoforte sarà invece Chloe Mun, pianista di eccezionale bravura classe 1995 e giovane donna dalla forte determinazione, con una bellissima storia di riscatto personale nel segno della musica: nata in una famiglia di umili origini in Corea del Sud, Mun inizia a suonare il piano all’età di cinque anni nella scuola e nella chiesa del piccolo paese da cui proviene; talento precocissimo, già dopo il diploma alla scuola elementare Mun decide di proseguire gli studi per conto proprio, per potersi dedicare a tempo pieno alla musica e alla formazione da pianista. Vincitrice assoluta del Concorso di Ginevra (primo premio all’unanimità) e del Concorso Busoni (prima pianista asiatica a vincere il primo premio dal 1949), Jiyeong Mun – in arte Chloe Mun – riporta alla memoria gli inizi di Martha Argerich, che nel 1957 si aggiudicò entrambi i premi dando il via a una brillante carriera su scala mondiale.

Il programma della serata- in continuità con il fil rouge scelto nell’anno delle celebrazioni di Shakespeare nel 400esimo anniversario della sua morte- si apre con Ludwig van Beethoven e Coriolano Ouverture in do minore op.62. Scritto nel 1807 ed eseguito per la prima volta come intermezzo tra le prime esecuzioni del Quarto concerto e della Quarta sinfonia, il Coriolano nasce come brano autonomo liberamente ispirato alla tragedia omonima di Heinrich Joseph Von Collin. La composizione di Beethoven, in perfetta sintonia con il racconto di Collin, dalle note più drammatiche rispetto al personaggio descritto da Shakespeare, si nutre delle forti tensioni del protagonista scisso tra la voglia di vendetta e dall’amor figliale.

Nella seconda parte della serata ascolteremo il Concerto in fa minore per pianoforte e orchestra n°2 op 21 di Fryderyk Chopin. Scritto dal compositore polacco nel 1830 con l’obiettivo di raggiungere il più vasto pubblico possibile attraverso uno stile compositivo accattivante e non banale, il concerto mette in luce la capacità virtuosistiche del suo esecutore e rappresenta un capolavoro di scrittura pianistica per le innovative creazioni di sonorità strumentali.

Terza e ultima composizione della serata sarà la Quarta Sinfonia in la maggiore op. 90 (Italianische) di Felix Mendelsshon Bartholdy. Nata dalla passione del compositore tedesco per i viaggi turistici del XVII secolo, la Sinfonia Italiana, come accade anche per l’Overture le Ebridi e la Scozzese, rappresenta un resoconto di viaggio per influenze spirituali in cui la musica, a tempo di danza, trasmette serenità venata da ombre che però mai toccano l’indiscussa piacevolezza del paesaggio.

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