Operazione della polizia tedesca, indagati sette giovani di “Ultima generazione” Oscurato il loro sito web: hanno già raccolto un milione e mezzo per finanziarsi
La polizia non ha tuttavia condotto alcun arresto ma le accuse restano gravi: fra queste spicca quella di aver pianificato il sabotaggio dell’Oleodotto Transalpino che unisce Trieste a Ingolstdat, in Baviera.
La pipeline, di proprietà fra gli altri del raffinatore austriaco Omv, di Shell, di ExxonMobil e dell’italiana Eni, è un’importante fonte di approvvigionamento di greggio per l’Austria e la Germania. La procura contesta poi reati a carattere finanziario: i sospettati avrebbero raccolto 1,4 milioni di euro per sovvenzionare le proprie attività illecite.
Alle perquisizioni effettuate con l’ausilio di 170 operativi si sono aggiunti gli ordini di sequestro di due conti bancari e di altri beni, sempre allo scopo di raccogliere prove sulla struttura associativa e sul finanziamento di Ultima Generazione. L’inchiesta, spiega la Deutsche Welle, segue un’indagine avviata l’anno scorso dai procuratori di Neuruppin, nei pressi Berlino, su azioni che avevano come obiettivo una raffineria di petrolio nella Germania orientale.
«Completamente folli». Con queste parole diffuse via Twitter, Letzte Generation ha reagito alle perquisizioni messe a punto all’alba. «Giustificare le incursioni con il Pa. 129 (l’articolo del codice penale sulle associazioni a delinquere, ndr) ha un solo scopo: consentire una sorveglianza capillare, minare i diritti e la democrazia, e soprattutto: distogliere l’attenzione dai veri criminali». «Completamente folli» sono le stesse parole che solo lunedì scorso Olaf Scholz ha impiegato per descrivere «le persone che riescono a incollarsi a un dipinto o all’asfalto», un aperto riferimento ai plateali gesti di disobbedienza degli eco-attivisti nei musei.