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Ricerca internazionale sul Territorio Libero di Trieste, dibattito all’Hotel Excelsior

Nel mese di maggio del 2022 è uscita per la prima volta una pubblicazione accademica che conferma l’esistenza del Territorio Libero di Trieste, la sua attualità ed alcune proposte relative ad una possibile soluzione. La ricerca, pubblicata sulla rivista accademica internazionale “Small States and Territories” (Unversita’ di Malta) è stata prodotta dalla Dott.ssa Marina Coloni (ricercatrice indipendente) e dal Professor Peter Clegg (University of the West of England, Regno Unito).

Carta Trieste TLT Territorio Libero di Trieste

Gli autori saranno eccezionalmente a Trieste il 15 settembre alle 17:00 all’Hotel Savoia Excelsior (Riva del Mandracchio 4) per presentare la ricerca ed a seguire approfondendo con un dibattito aperto aperto al pubblico. “L’occasione è ottima, soprattutto per quanti continuano a nutrire dei dubbi sull’esistenza del Territorio Libero di Trieste e vogliono avere informazioni chiare basate su documenti ufficiali da parte di esperti del settore, a cui potranno fare delle domande, incluse quelle a riguardo delle possibili soluzioni ed ai rischi connessi al mantenimento dello status quo”

Hotel Savoia Excelsior Trieste


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Un po’ di storia

Il trattato di Parigi fra l’Italia e le potenze alleate è il trattato di pace, firmato a Parigi il 10 febbraio 1947 tra lo Stato italiano e le potenze vincitrici della seconda guerra mondiale, che mise formalmente fine alle ostilità e i cui contenuti erano stati definiti a seguito dei lavori della conferenza di pace, svoltasi parimenti a Parigi, tra il 29 luglio e il 15 ottobre 1946.

Le potenze definite come “alleate ed associate”, firmatarie del trattato furono: l’Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche, l’Impero britannico (Regno Unito di Gran Bretagna ed Irlanda del Nord, India, Australia, Canada, Nuova Zelanda, Unione del Sud Africa) gli Stati Uniti d’America, la Repubblica di Cina, la Francia, il Belgio, la Repubblica Socialista Sovietica di Bielorussia, il Brasile, la Cecoslovacchia, l’Etiopia, la Grecia, i Paesi Bassi, la Polonia, la Repubblica Socialista Sovietica Ucraina, la Repubblica Federativa Popolare di Iugoslavia.

Con l’Etiopia, anch’essa controparte nella sottoscrizione del trattato di pace, l’Italia concludeva un ininterrotto stato di guerra iniziatosi nel 1935 e, implicitamente, ammetteva l’illegalità dell’annessione effettuata nel 1936.

Il trattato sanciva anche la rinuncia dell’Italia all’Albania, pur non essendo quest’ultima citata tra “le potenze alleate ed associate”.

Sul confine orientale, venne sancita la cessione alla Jugoslavia di diversi territori che l’Italia aveva ottenuto in seguito al trattato di Rapallo nel 1920 e al trattato di Roma nel 1924 (misura contro la quale protestò Alcide De Gasperi durante il suo discorso alla conferenza).

I rapporti tra l’Italia e il Regno d’Egitto, il cui stato di ostilità non era stato mai formalizzato da alcuna reciproca dichiarazione di guerra, erano già stati regolati con separato accordo, sottoscritto il 10 settembre 1946.

Le condizioni del trattato, per quanto riguarda Trieste, includevano:

La perdita del territorio necessario alla costituzione del Territorio Libero di Trieste, formato temporaneamente da una “zona A” e una “zona B”. La zona A, di 222,5 km² e circa 310.000 abitanti (di cui, secondo stime alleate, 63.000 sloveni) partiva da San Giovanni di Duino (slov. Štivan), comprendeva la città di Trieste, terminava presso Muggia e sarebbe stata temporaneamente amministrata da un Governo Militare Alleato (Allied Military Government – Free Territory of Trieste – British U.S. Zone); la zona B, di 515,5 km² e circa 68.000 abitanti (51.000 italiani, 8.000 sloveni e 9.000 croati secondo le stime della Commissione Quadripartita delle Nazioni Unite) sarebbe stata temporaneamente amministrata dall’esercito jugoslavo (S.T.T. – V.U.J.A). Nel 1954, in base al Memorandum di Londra, l’amministrazione civile della zona A fu affidata all’Italia e quella della zona B alla Jugoslavia.

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