Incredibile: l’estensione in vetro sopra l’ultimo piano non soddisfa i severi requisiti dell’Istituto per la Tutela dei Beni Culturali
L’Istituto per la Tutela dei Beni Culturali, con sede nel Palazzo Economo in Piazza Libertà, ha respinto definitivamente la soluzione concettuale per la ristrutturazione di una parte del Magazzino 26, prevista dallo studio dell’architetto spagnolo Guillermo Vázquez Consuegra. Continua la disputa tra l’ente e il Comune di Trieste, committente del progetto. All’istituto affermano che “la soluzione concettuale non corrispondeva ai punti di partenza del progetto originario, inoltre li superava completamente, quindi non rispondeva ai rigidi requisiti dell’istituto per quanto riguarda i punti di partenza originali.
Sebbene il progetto non sia ufficiale ed è stato respinto “a voce” due volte, questo è il primo rigetto formale per l’istituto, in quanto negli incontri provvisori hanno solo redatto e inviato raccomandazioni scritte su ciò che deve essere corretto affinché il progetto diventi accettabile per l’istituto. Lo hanno fatto gli architetti dell’ufficio spagnolo, ma a quanto pare il divario tra il modo in cui l’istituto vede la ristrutturazione del Magazzino 26 e il modo in cui lo vedono gli architetti è ancora troppo grande. Diversi elementi sono inaccettabili per gli esperti nel campo della protezione culturale, e il più evidente sarà l’estensione in vetro, che secondo i piani degli architetti dovrebbe crescere sopra l’ultimo piano del Magazzino 26.