Anche per Trieste è arrivato il fatidico giorno, quello della verità. Per ora sembra filare tutto liscio, con le mascherine rigorosamente indossate fino a quando non ci si siede al proprio banco, ingressi scaglionati per evitare assembramenti, gel igienizzanti e termoscanner per misurare la temperatura. Una serie di misure, anche estreme, per evitare i contatti interpersonali e la vicinanza.
Al Carducci-Dante di Trieste per garantire il distanziamento è stata utilizzata anche la palestra e l’aula magna. Insomma, ci si arrangia come si può. Il problema – come sottolineano alcuni genitori – “non risiede all’interno delle strutture scolastiche, ma fuori di esse. I bambini e i ragazzi, dopo le ore di lezione, appena escono diventano ingovernabili, com’è normale sia alla loro età”. Quindi si assiste ai soliti raggruppamenti, senza distanza di sicurezza, senza mascherine, con rincorse, spintoni e contatti fisici. Nulla di nuovo, nulla di grave, non fosse per la contraddizione evidente.
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