Proposto tre fasce di premio legate al grado di rischio assunto, ma non si muove nulla
Nessun passo avanti tra assessorato e sindacati del personale non medico sulla trattativa per i premi a chi ha combattuto il Covid in prima linea. Interlocutorio l’incontro tecnico di lunedì nella sede udinese della Regione. Si aspettavano di più Cgil, Cisl e Uil che conducono la trattativa senza la presenza delle sigle di base. Avrebbero voluto ragionare innanzitutto sui dati di straordinari e indennità che le aziende sanitarie non hanno ancora fornito alla direzione centrale.
Altri dati sono stati aggiornati, come la platea interessata dai premi secondo l’ipotesi di accordo raggiunto tra le parti: dai 500 ai 1500 euro con un minimo di 5 giorni in corsia. Un’ipotesi che rimane tale perché il personale impegnato in contesti a rischio è più di quello stimato in un primo momento. Quindi è possibile che si debbano rimodulare le fasce in senso più restrittivo oppure che la regione debba stanziare nuovi fonti. Diversa la situazione dei medici, che si gioca su un altro tavolo: i sindacati dei camici bianchi hanno proposto tre fasce di premio legate al grado di rischio assunto e una valutazione del maggior peso delle tasse sulla loro busta paga. (RaiNews)