Recentemente è stato pubblicato, sulla prestigiosa rivista Science of Total Environment (ed. Elsevier), un articolo scientifico dal titolo Environmental DNA assessment of airborne plant and fungal seasonal diversity, frutto della oramai consolidata collaborazione tra l’Università degli Studi di Trieste, alcune Arpa partecipanti alla rete POLLnet del Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente (SNPA), tra cui Arpa FVG, e l’Istituto Nazionale di Biologia sloveno.
L’approccio di studio, basato su una tecnica innovativa, consiste nella ricerca di pollini attraverso l’analisi del DNA presente in campioni d’aria. Tale metodologia, pur essendo ancora in una fase di sperimentazione, ha già dimostrato affidabilità e sensibilità tali da poter integrare in futuro il monitoraggio tradizionale mediante microscopio ottico.
Questo studio, in particolare, ha avuto l’obiettivo di individuare la varietà e la stagionalità di pollini e spore fungine aereodispersi e rilevati in campioni di aria di cinque postazioni, situate in Valle d’Aosta, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Marche e Umbria, nell’arco di nove mesi.
I generi risultati più abbondanti in tutti i siti e le stagioni sono quelli di alcune muffe (Cladosporium, Alternaria ed Epicoccum) e, tra le piante, di Brassica (comprende la colza ed il cavolo), nocciolo, cipresso e lino. Lo studio ha dimostrato che la variabilità delle piante presenti nell’aria ambiente è soprattutto stagionale, mentre quella dei funghi è legata sia alla stagionalità che all’ubicazione dei siti di campionamento.
L’analisi biomolecolare, essendo circa 10 volte più sensibile rispetto al riconoscimento morfologico effettuato nei monitoraggi di routine, ha fornito informazioni circa la modalità di dispersione dei pollini e delle spore nell’aria e la presenza di specie aliene o patogene e si è dimostrata complementare alle attività di biomonitoraggio tradizionali e alle valutazioni della qualità dell’aria svolte regolarmente dalle Arpa.