Quando l’anarchia del Potere contemporaneo è la sua stessa natura, fonda il suo stesso essere su logiche che non hanno più nulla di umano o razionale rispetto al potere del passato, ma sono ormai puro calcolo economico. Non esistono più corpi, ma fantocci da far “agire” all’inseguimento della maggiore possibilità di profitto, corpi come merce di scambio, come campi di battaglia sui quali le mode, il mercato e il marketing lasciano la loro impronta-sfregio.
L’Anarchia del Potere è una performance di Chiara Mazzocchi e Giulio Valentini che dà corpo alle parole di un’intervista rilasciata da Pasolini nel 1975 sul set di Salò o le 120 giornate di Sodoma, e riportata anche da Giuseppe Bertolucci in Pasolini prossimo nostro. Il concetto di “anarchia del Potere”, peculiare dell’ultimo Pasolini, è uno dei fondamenti dell’impianto concettuale del film. Nella sceneggiatura Pasolini fa dire ad un pervertito fascista:
Noi fascisti siamo i soli veri anarchici, naturalmente una volta che ci siamo impadroniti dello Stato. Infatti, la sola vera anarchia è quella del potere.
Nell’intervista del 1975, Pierpaolo Pasolini raccontava:
Nulla è più anarchico del potere. Il potere fa praticamente ciò che vuole. E ciò che il potere vuole è completamente arbitrario o dettato da sua necessità di carattere economica, che sfugge alle logiche razionali. o detesto, soprattutto il potere di oggi. Ognuno oggi ha il potere che subisce, è un potere che manipola i corpi in una maniera orribile e che non ha niente da invidiare alla manipolazione fatta da Himmler o Hitler. manipola trasformandone la coscienza, cioè nel modo peggiore istituendo dei nuovi valori che sono valori alienanti e falsi. I valori del consumo, che compiono quello che Marx chiama: “un genocidio delle culture viventi”. Sono caduti dei valori e sono stati sostituiti con altri valori, sono caduti dei modelli di comportamento e sono stati sostituiti con altri modelli di comportamento. Questa sostituzione, non è stata voluta dalla gente, dal basso, ma sono stati imposti dagli illustri del sistema nazionale. Volevano che gli italiani consumassero in un certo modo e un certo tipo di merce e per consumarlo dovevano realizzare un altro modello umano. Il regime, è un regime democratico, però quella acculturazione, quella omologazione che il fascismo non è riuscito assolutamente a ottenere, il potere di oggi, il potere della società di consumi è riuscito a ottenere perfettamente, distruggendo le varie realtà particolari. questa cosa è avvenuta talmente rapidamente che noi non ce ne siamo resi conto. È stata una specie di incubo in cui abbiamo visto l’Italia intorno a noi distruggersi, sparire e adesso risvegliandoci forse da quest’incubo e guardandoci intorno, ci accorgiamo che non c’è più niente da fare. L’uomo è sempre stato conformista. La caratteristica principale dell’uomo è quella di conformarsi a qualsiasi tipo di potere o di qualità di vita trovi nascendo. Forse più principalmente l’uomo è narciso, ribelle e ama molto la propria identità ma è la società che lo rende conformista e lui ha chinato la testa una volta per tutte agli obblighi della società. Io mi rendo ben conto che se le cose continuano così l’uomo si meccanizzerà talmente tanto, diventerà così antipatico e odioso, che, queste libertà qui, se ne andranno completamente perdute!
Pier Paolo Pasolini (1975)