A firma del sindaco di Taranto è stato depositato un esposto che chiede alla Procura della Repubblica di Taranto di fare chiarezza sulla nube tossica di sabato 4 luglio. “Bisogna utilizzare per Taranto le stesse misure adottate per la Ferriera di Trieste”, Annalisa Adamo, assessore all’Ambiente.
Dopo la nube di polveri che sabato 4 luglio, a seguito di una tromba d’aria, si è sollevata dallo stabilimento ex-Ilva, arrivando nei quartieri di Taranto, Tamburi e Paolo VI più vicini alla fabbrica, la Procura di Taranto ha aperto un’inchiesta e ha delegato gli accertamenti ai Carabinieri del Nucleo operativo ecologico. E’ stato depositato un esposto che, con la firma del sindaco Rinaldo Melucci e di tutti gli assessori che chiede alla Procura della Repubblica di Taranto di fare chiarezza sulla nube tossica emessa dallo stabilimento siderurgico ArcelorMittal.
Le soluzioni adottate fino ad oggi non sono state risolutive e la città continua a pagarne le conseguenze in termini di salute e di ambiente. “Noi come ente locale non partecipiamo ai tavoli delle decisioni che si devono prendere. Ma ora è il momento di chiedere che così come per Trieste venga fatto a Taranto la riconversione e il ricollocamento dei lavoratori. – aggiunge Annalisa Adamo. – Noi abbiamo scritto a tutti gli organi competenti, all’Arpa ma al momento non abbiamo risposte“.