Una rondine non fa primavera! Sono arrivate e sono tra noi…
Quando si parla di cambiamenti climatici si evocano immediatamente scenari apocalittici legati alle devastazioni delle trombe d’aria o ad alluvioni, tifoni e uragani, cioè alle manifestazioni più evidenti di matrice esclusivamente meteorologica.
In realtà la situazione è estremamente più complessa. Se consideriamo il nostro pianeta come un organismo vivente, possiamo vedere che i cambiamenti climatici si ripercuotono su tutti gli organismi e sulla biodiversità di tutti gli ecosistemi.
Vi sono, infatti, evidenze che la biodiversità influenza la velocità, l’entità e la direzione dei processi essenziali dell’intero ecosistema come il ciclo del carbonio, la conservazione dei nutrienti nei suoli e la purificazione dell’acqua. È un complesso meccanismo in cui ogni essere vivente è coinvolto, dai batteri agli organismi superiori.
Si sente spesso dire che i cambiamenti climatici stiano modificando la migrazione degli uccelli, un esempio molto vicino a noi sono le rondini, negli ultimi anni si sta osservando che questi uccelli arrivino sempre prima in quanto la primavera risulta mediamente più calda.
La rondine, ogni anno, lascia i suoi quartieri di nidificazione europei per svernare in Africa: percorre non meno di 10mila chilometri e attraversa barriere geografiche imponenti come il Mediterraneo e il Sahara. Molte delle rondini italiane passano l’inverno in Nigeria, Repubblica Centroafricana e Camerun, ma alcuni individui migrano molto più a sud, attraversando anche la foresta equatoriale, arrivando in Botswana e Sudafrica. Il loro è un viaggio veramente epico tra i due continenti.
“Una rondine non fa primavera!” Si può ritenere sempre più vero il detto legato a questo uccello simbolo della primavera, ritenuto oggi sempre più in pericolo. La rondine ha infatti risentito fortemente delle modifiche ambientali avvenute in questi decenni.
Per l’uomo, al di là dell’aspetto romantico per il quale le rondini, rondoni e balestrucci solitamente annunciano la primavera, esistono diversi vantaggi legati a questi volatili, di fatto questi riducono la popolazione degli insetti e rappresentano anche una buona cartina al “tornasole” dello stato dell’ambiente: un calo nella loro popolazione indica che esiste una situazione di inquinamento ambientale. Dagli anni Settanta la popolazione delle rondini si è ridotta del 50 %; i nostri cieli del 21 marzo, equinozio di primavera, sono sempre più silenziosi. La rondine non è l’unica specie migratoria in pericolo, di sicuro però è una fra le «sentinelle» della salute della natura.
La prima causa della loro latitanza riguarda l’applicazione dell’agricoltura intensiva nei nostri territori che ha eliminato buona parte di siepi, fossi e prati che fornivano alle rondini i terreni di caccia preferiti. Si può aggiungere a questo anche il massiccio uso di pesticidi, il quale colpisce le rondini sia direttamente sia attraverso l’eliminazione degli insetti di cui questi volatili si nutrono.
La ristrutturazione degli edifici rurali, toglie alle rondini i luoghi adatti alla nidificazione. Le cause del declino insomma sono molteplici, ma anche le soluzioni sono molte e a volte sono proprio le piccole azioni che ognuno di noi può realizzare a cambiare la condizione.
Ritenuto di grande utilità sarebbe il collocare nidi artificiali sul territorio; a proposito di ciò va ricordato il grande lavoro concreto di sensibilizzazione che sta compiendo in questi anni nella nostra città ,e non solo, l’associazione “Liberi di Volare” della signora Silvana Di Mauro, a cui va un grande ringraziamento.
Tutti siamo chiamati a svolgere la nostra piccola, ma buona azione, possiamo intervenire quando troviamo nidi di rondine caduti per colpa di eventi atmosferici o interventi edilizi. E’ un azione semplice che aiuta notevolmente il ritorno della rondine.
L’auspicio è che anche il comune di Trieste, unendosi ad altri numerosi comuni d’Italia già attivi, produca un’ordinanza ad hoc per la salvaguardia di questi migratori e dei loro nidi.
Collegandosi all’ultimo paragrafo, si ricorda che le rondini, i loro nidi, le uova e i nidiacei sono protetti dalla legge n.157/92 e dall’articolo 635 del codice penale, che ne vieta l’uccisione e la distruzione.
Siamo soliti svegliarsi al mattino con il loro buongiorno e passeggiare la sera vedendo i loro voli nel cielo, ma se non ci occuperemo anche di loro…Cosa sarebbe la primavera senza rondini?
Fabio Rabak
Coordinatore regionale PAI