A pochi chilometri da Trieste si può scoprire attraverso una visita guidata il luogo del ritrovamento dei dinosauri della specie “adrosauro”. La cooperativa Gemina gestisce le visite guidate al sito paleontologico del piu grande dinosauro italiano, Antonio. I visitatori potranno inoltre diventare paleontologi per un giorno usufruendo dell’attività di caccia al fossile. Con l’aiuto delle guide potranno cercare in rocce provenienti dal Wyoming pesci fossili di 50 milioni di anni.
Il Sito Paleontologico e il ritrovamento del Dinosauro Antonio
Villaggio del Pescatore nel comune di Duino-Aurisina in provincia di Trieste. La scoperta dei primi resti fossili risale alla fine degli anni ‘80, ad opera di alcuni appassionati paleontofili.
La presenza di questi reperti, in prima istanza non riconoscibili come dinosauri, ha dato inizio nei primi anni ’90 ad una serie di campagne di scavo.
La prima di queste, in concessione dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali al Museo di Storia Naturale di Trieste portò alla luce un campione che dopo la preparazione, mostrava una coppia di zampe complete in connessione anatomica.
Di passaggio a Trieste, Eric Buffetaut del CNRS di Parigi attribuì senza dubbi il reperto a un dinosauro del gruppo degli adrosauri. Era il 1994.
Nel corso di un rilevamento geologico della zona una studentessa di Scienze Geologiche dell’Università di Trieste, Tiziana Brazzatti (Sito Web Ufficiale della scopritrice), sempre nello stesso anno, rinveniva in superficie un altro affioramento di ossa, anche questa volta appartenenti ad una zampa anteriore di dinosauro : la differenza rispetto al reperto precedente era che il resto dello scheletro era ancora tutto compreso nella compagine rocciosa.
Era stato trovato l’adrosauro ormai comunemente conosciuto col nome di ANTONIO.
Il lavoro di estrazione del reperto venne affidato dal Ministero negli anni seguenti ad una ditta triestina specializzata nel recupero di reperti fossili, la Stoneage, in accordo con Università degli Studi di Trieste e Museo Civico di Storia Naturale.
Fu un lavoro sperimentale che segna a livello internazionale la storia degli scavi paleontologici.
In sei mesi di lavoro sul terreno venne letteralmente “affettata” la collina dove affioravano i dinosauri, usando le normali tecniche di cava con l’uso di fili diamantati. Alla fine del lavoro di campagna i blocchi contenenti il dinosauro sono stati sottoposti a preparazione chimica con l’uso di acido formico.
Dopo 3500 ore di lavoro in laboratorio veniva alla luce uno dei più bei reperti al mondo di questo tipo di animali, perfettamente articolato e praticamente intero.
Oltre ad Antonio sono emersi i resti attribuibili ad altri 10 adrosauri, probabilmente della stessa specie, un possibile osso della zampa di un dinosauro carnivoro e uno dell’ala di un rettile volante. Oltre a ciò i resti di due particolari coccodrilli, pesci, crostacei e rari vegetali.
Nel 2018, con l’autorizzazione e la supervisione della Soprintendenza per i Beni Culturali del Friuli Venezia Giulia, sono ripresi gli scavi presso il giacimento paleontologico dando alla luce il “fratello” di Antonio, il dinosauro Bruno che con quasi un metro in più di lunghezza si può ora ritenere il piu grande, completo e ben conservato dinosauro italiano.
Questo Sito Paleontologico rappresenta una delle più importanti scoperte paleontologiche in Italia di tutti i tempi. I reperti rappresentano a tutt’oggi gli unici dinosauri ritrovati in Italia in connessione stratigrafica e gli unici emersi a seguito di campagne di, scavo sistematiche e scientificamente condotte.
La presenza di questi rettili nel Nord Est d’Italia ha costretto una sostanziale revisione della concezione geografica della zona che, circa 80 milioni di anni fa, si pensava prevalentemente dominata da mari e lagune. I dinosauri, animali esclusivamente terrestri, avevano bisogno di ampie terre emerse per vivere che pertanto dovevano per forza essere presenti. I cambiamenti geologicamente rapidi della zona alla fine dell’Era Mesozoica rendono quanto mai ardua una ricostruzione valida del rapporto ambiente acquatico/ ambiente terrestre e la presenza per ora di pochi reperti fossili completamente preparati non concede supporti significativi ad interpretazioni realistiche.
Aperto da marzo a novembre
marzo, ottobre, novembre:
domenica dalle 10 alle 17
aprile, maggio, giugno, settembre:
domenica dalle 10 alle 18
luglio, agosto:
domenica dalle 16,30 alle 20,30
Visite guidate su prenotazione:
tutto l'anno cooperativagemina@gmail.com
tel. 3347463432
Grazie alla collaborazione tra enti Privati ed enti Pubblici la valorizzazione di questo importante sito sta iniziando a portare i suoi frutti, attirando migliaia di turisiti e appassionati che ogni anno vogliono vedere il luogo dalla quale provengono questi importanti reperti paleontologici.
Ad oggi lo scheletro originale del dinosauro Antonio è custodito presso il Museo di Storia Naturale di Trieste mentre lo scheletro del dinosauro Bruno è ancora in fase di restauro e non ancora visitabile.
Visita il website della Coop. Gemina
Visita il website del Civico Museo di Storia Naturale di Trieste