Ha guidato alla promozione nella massima Serie Trieste nel 1980 e 1982, quando la squadra locale aveva un nome che faceva tremare le gambe: Hurlingham. Una banda di amici, con un paio di aggiunte forestiere e due stranieri azzeccati salì in serie A1. Giocatori che ottenevano ogni mese solo 50mila lire per il rimborso benzina conquistarono il diritto di affrontare gli squadroni, Varese, Milano, Bologna, Cantù. Era un coach tremendamente severo, sono rimasti alla storia i suoi litigi con Angelo Baiguera per il solo fatto che si esibisse come cantante oltre a dedicarsi al basket. Ma il suo metodo “brutale” ha avuto ragione. Sbagliavi il tiro? Fuori! E non faceva sconti a nessuno.
All’anagrafe Gianfranco Lombardi, per tutto il mondo della pallacanestro, Dado. Aveva 79 anni. È stato uno dei più grandi giocatori e realizzatori del basket e un eccellente allenatore. Un personaggio di grande simpatia e umanità.
Nato a Livorno il 20 marzo 1941, cresciuto dal punto di vista cestistico nella Libertas Livorno con Formigli, è stato un grandissimo giocatore a Bologna, prima alla Virtus e poi alla Fortitudo, chiudendo la carriera in campo a Rieti nel 1973. Grande carriera anche in azzurro. All’Olimpiade di Roma 1960, a 19 anni, venne eletto nel miglior quintetto dei Giochi a fianco di miti del basket americano come Jerry West e John Lucas. Dopo Roma lo chiamarono i New York Knicks ma, raccontò, “non me la sentii di lasciare la Virtus Bologna”. Due volte è stato miglior marcatore del campionato, nel 1963-64 e nel 1966-67.
DADO ALLENATORE— Da allenatore ha guidato alla promozione nella massima Serie Trieste nel 1980 e 1982, Reggio Emilia nel 1984, Siena nel 1991 e Cantù nel 1996. Ha iniziato a Rieti da allenatore e giocatore, è stato anche a Forlì, Treviso, Rimini, Verona (promozione dalla B), Livorno, ancora Reggio Emilia e Varese. Dal 2007 è nella Italia Basket Hall of Fame.