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Minestra de bisi spacai (minestra di piselli spezzati)

La ricetta triestina della misentra de bisi spacai – minestra di piselli spezzati

minestra de bisi spacai

Ingredienti:

  • 500 g di piselli secchi (bisi spacai)
  • 1 patata
  • 1 costa di sedano
  • 1 cipollotto
  • olio d’oliva
  • sale e pepe

Ammollare i piselli secchi per 8 ore. Mettere a cuocere con la patata, la costa di sedano e il cipollotto, mescolando spesso. Aggiustare di sale e pepe. Quando i piselli si saranno disfatti passarli nel passaverdura in modo da avere una crema omogenea, non troppo densa. Rimettere sul fuoco e aggiungere della pasta fresca di piccolo formato. Portare a cottura e aggiungere dell’olio a crudo. A piacere può essere servita senza pasta con crostini di pane abbrustoliti al burro.


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La cucina triestina rispecchia la realtà umana e storica di Trieste, che ha accolto per secoli nel suo seno le genti e le tradizioni culinarie più diverse. Da tale diversità è nata una cucina particolarmente variata e sapida che ha saputo coniugare mirabilmente la gastronomia mediterranea con quella mitteleuropea. Città bimillenaria di fondazione pre-romana, dopo essere diventata un centro urbano di secondaria importanza in epoca romana, Trieste decadde in età tardoantica e medievale, e fino ai primi secoli dell’età moderna rimase un borgo murato la cui economia si basava essenzialmente sulla pesca e sul commercio del sale. Con l’introduzione del porto franco (1719), inizia una nuova era per la città, contraddistinta da un carattere profondamente cosmopolita, cui si accompagna la nascita di una cucina propriamente triestina che di tale cosmopolitismo sarà specchio fedele.

Nel Settecento e soprattutto nel corso del secolo successivo, la crescita della città asburgica sarà determinata in massima parte dall’apporto dell’immigrazione proveniente sia e soprattutto dai Balcani e dall’Europa centrale che, in parte minore, dall’Italia. La grande tradizione culinaria mediterranea si è trovata ad essere in tal modo rappresentata in primo luogo da piatti istriani, dalmati, greci ed ebrei sefarditi, mentre quella mitteleuropea da piatti austriaci, slovacchi, ungheresi, boemi ed ebrei ashkenaziti. Storicamente importanti sono stati anche gli apporti di due cucine, difficilmente inquadrabili, date le proprie specificità, nei due grandi gruppi precedenti, e cioè quella friulana e quella dell’entroterra sloveno. Altre influenze, anche se meno marcate sulla gastronomia triestina rispetto alle precedenti, sono venute dalla Slavonia, dalla Serbia, dai paesi medio orientali, dall’Asia minore, ecc.

La cucina tradizionale triestina ha la peculiarità di essere ricca non solo di ricette e piatti di mare, giustificati dalla presenza delle pescose acque dell’Adriatico, ma anche di carne, dati i tradizionali legami della città con l’entroterra carsico e con il bacino danubiano. Se infatti la cucina marinara di Trieste è prevalentemente affine a quella istro-dalmata, quella legata alle carni si riallaccia alle tradizioni culinarie mitteleuropee. Gustosi e vari sono anche i primi piatti, mentre dolci e dessert hanno fama di essere fra i più raffinati d’Europa.

Nelle tavole triestine non possono mancare gli squisiti vini carsolini prodotti in provincia di Trieste (e nelle zone adiacenti appartenenti alla Slovenia), né quelli del Collio goriziano, la cui zona di produzione si estende in gran parte della vicina provincia di Gorizia. Particolarmente diffusi e apprezzati in città sono anche i celebri vini friulani sia bianchi che rossi (Colli orientali del Friuli, Friuli-Annia, Friuli-Aquileia, Friuli-Grave ecc.).

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