Trieste messa a tacere. L’effetto mediatico è sicuramente maggiore quando si parla di barche e di navi, quelle delle ONG in primis. Queste carrette portano alcune decine di migranti, provenienti dall’Africa. Numeri trascurabili, se rapportati al quotidiano stillicidio che avviene ai margini della nostra città. Attraverso il Carso e la frontiera slovena giungono ogni giorno frotte di migranti provenienti dal Medio Oriente (Afghanistan, Pakistan, Iraq) senza il “patrocinio” delle ONG, quindi di scarsa rilevanza mediatica. Non è solo questione di numeri, ma una vera e propria emergenza umanitaria e sanitaria. Le strutture di accoglienza sono inadeguate, i controlli sono scarsi per carenza sistematica di personale; sembra però che si stia muovendo qualcosa, e lo si evince dalla nota del Sindacato Autonomo Polizia di Trieste, che riportiamo:
Accogliamo con soddisfazione l’annuncio dell’istituzione di un gruppo di lavoro tra la Regione Friuli Venezia Giulia e la Prefettura di Trieste, il sistema sanitario e le organizzazioni di volontariato, per “attivare un percorso che preveda l’assistenza costante di operatori della sanità in affiancamento alle Forze di Polizia a valle delle operazioni di rintraccio delle persone che intendono raggiungere in maniera irregolare il Friuli Venezia Giulia”.
E’ quanto il SAP, il primo sindacato di Polizia nella Regione F.V.G., aveva chiesto già dal 2014, senza però ottenere in questi anni risposte concrete dalle Istituzioni.
Nell’incontro del 27 agosto 2018 con l’Assessore Regionale alla Sicurezza Pierpaolo ROBERTI, il Segretario Regionale del SAP Olivo COMELLI ed il Segretario Provinciale del SAP Lorenzo TAMARO avevano rappresentato oltre alla necessità di un rinforzo di uomini, nell’attesa che l’organico diventi “strutturale”, anche l’esigenza di ambienti lavorativi idonei ad accogliere gruppi così numerosi di persone, mezzi adatti, protocolli di riammissione più snelli e l’istituzione di pattuglie miste con la polizia slovena, decise proprio in questi giorni e che dovrebbero essere operative a breve.
In quell’incontro il SAP si era a lungo soffermato proprio sulla questione sanitaria e sulla necessità di verificare da parte di personale medico specializzato e in condizioni di sicurezza, lo stato di salute delle persone “rintracciate”, al fine di tutelare in primis gli operatori di polizia preposti ai controlli e tutti coloro che poi concorrono nelle fasi di primo intervento; ma anche i migranti stessi, spesso bisognosi di cure dopo un lungo e spesso impervio viaggio.
Il SAP aveva ed ha continuato a chiedere anche in questi giorni proprio dei protocolli sanitari, ponendo l’attenzione dell’immigrazione terrestre pari a quella messa in atto nelle operazioni di sbarco nei porti del sud Italia.
Dopo l’istituzione delle pattuglie miste italo-slovene il SAP valuta positiva questa “attenzione” sanitaria; un ottimo risultato che fa ben sperare per il futuro in un reale cambiamento rispetto al passato nella gestione del fenomeno immigrazione che interessa questo territorio e che per troppo e lungo tempo è stato abbandonato.
Lorenzo Tamaro – Segretario Provinciale SAP
Nota: la foto in copertina ha come unico scopo la provocazione, serve a creare inutili polemiche e a spostare l’attenzione su argomenti futili.