“Bisogna gaver almeno 5 schei de mona in scarsela” – Quante volte avete sentito queste parole, pronunciate da un triestino?
Curiosità – Perché a Trieste e nel Veneto i soldi venivano chiamati scherzosamente “schei”?
Nell’Impero austro-ungarico degli Asburgo vennero coniate delle monete con la scritta “Scheidemünze” cioè Moneta Divisionale. La moneta divisionale è una moneta di tipo metallico (nichel, acciaio, ecc ) di piccolo taglio, adatta ai pagamenti di importo limitato ed emessa a potere liberatorio limitato.
Così, da Scheidemünze a Schei il passo è stato breve, per abbreviare appunto un nome così lungo e ostico da pronunciare.
Il detto popolare “ghe vol sempre 5 schei de mona in scarsela” deriva dal fatto che chi all’epoca avesse nella pubblica via meno di 5 Scheidemünze in tasca veniva arrestato per vagabondaggio.
In numismatica le Scheidemünze sono monete il cui valore metallico è inferiore al valore nominale stampigliato ( denominazione della moneta ). Questa definizione chiarisce che ciò che conta è il rapporto tra il valore facciale e il valore del metallo, quindi l’opposto sono le monete correnti.
L’origine della parola composta “Scheidegeld” è incerta. Il termine sembra essere stato formato solo intorno all’anno 1600. Parte della letteratura specialistica lo riconduce alla somma di denaro fino alla quale devono essere accettate le monete simboliche. La Legge generale dello Stato prussiano (APL) del giugno 1796 richiedeva che ogni pagamento “a meno che non vi siano accordi o leggi speciali sull’oro o sulle monete da effettuare (deve) essere effettuato e accettato nella valuta d’argento prussiana praticabile al momento del pagamento” (I, 16, § 76 APL).L’abrogato § 58 APL recitava: “Un prezzo di acquisto di dieci talleri e meno può essere pagato solo in gettoni”. Queste erano le monete più piccole (spiccioli ), che servono per il divorzio, cioè per trattare piccole transazioni di denaro e il cui valore esterno è allo stesso tempo molto maggiore del loro valore interno. Il divorzio in questo contesto è l’equalizzazione delle transazioni monetarie nella vita quotidiana. Il criterio principale del concetto di moneta frazionaria non è il suo valore nominale, ma il suo valore intrinseco, ma questo sarà confutato in seguito.
Anche plausibile per quanto riguarda il loro scopo è la spiegazione di Adolph Diesterweg secondo cui le monete Scheide sono il termine collettivo per “piccoli tagli di monete con l’aiuto di cui acquirenti e venditori potrebbero divorziare senza debito residuo, dire addio”. Secondo questa fonte, le monete frazionarie, a differenza delle monete curative, hanno una capacità di pagamento limitata e legalmente stabilita fino a un certo importo.
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