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La Torre dei Pallini di Trieste, la triste storia del monumento storico diventato porta-antenne

La Torre dei Pallini, sita in via Marconi 22 a Trieste, fu un tempo la fabbrica dei pallini di piombo destinati alle armi. Ora si può scorgere solo la cima, con punto di osservazione in via Volta (nei pressi del Giardino Pubblico Muzio De Tommasini). Terribile il suo destino, che riassumeremo con le note di Irsrec FVG e Italia Nostra:

Largo del giardino con vista della Torre dei pallini, Civici Musei di Storia e Arte, 2/23802

Largo del giardino con vista della Torre dei pallini, Civici Musei di Storia e Arte, 2/23802

All’epoca della costruzione la fabbrica si trovava in un fondo tra via san Francesco e la corsia del Molin Grande, oggi la torre si trova nel cortile di un edificio in via Marconi 22.
Il primo corpo di fabbrica risale al 1806 quando Dioniggi Ciana (1752-1825), giunto a Trieste in cerca di fortuna, vi avviò la produzione di peltri, una lega di stagno e piombo, utilizzati fin dal Medioevo per gli arredi da tavola e utensili da cucina (calici, boccali, vasellame). In seguito iniziò la produzione anche di pallini da caccia che ebbe un forte impulso da parte del figlio di Ciana, Giuseppe, il quale rinnovò la fabbrica realizzando anche la costruzione di una torre per pallini, il progetto venne affidato al regio perito Angelo Toniutti nel marzo del 1839.

pubblicità della Carl Greinitz Neffen, 1899

pubblicità della Carl Greinitz Neffen, 1899

La torre e i pallini
Per produrre i pallini si faceva cadere, da un’altezza di 45 metri, del piombo fuso dall’alto della torre, attraverso diversi tipi di piastre di rame forate a seconda delle dimensioni dei pallini che si volevano ottenere, durante la caduta il piombo si raffreddava e i pallini erano raccolti in una vasca piena d’acqua, in seguito venivano asciugati e controllati.
⚒La Torre dei pallini è alta 45 metri, è una torre circolare di arenaria costruita su un basamento quadrato di due blocchi digradanti separati da una cornice marcapiano. Sulla torre inoltre è presente un terrazzino con un cornicione a mensole e una ringhiera in stile neoclassico.
All’interno invece è presente una scala elicoidale di pietra che serviva a raggiungere il forno per la liquefazione del piombo utilizzato nella produzione dei pallini, la luce proviene dall’esterno grazie alle finestre presenti sia sul basamento che su tutta la torre.

Cambi di propietà
Nel 1846 la fabbrica divenne di proprietà di Angelo Coen Ara, il quale contribuì alla sua trasformazione in una fabbrica moderna ed efficiente; passò poi nel 1859 alla ditta E. Sortsch, alla quale subentrò nel 1887 la società Carl Greinitz di Graz, divenuta poi Greinitz Carl Neffen, Filiale di Trieste, Fabbrica Pallini e Prodotti di piombo, via san Francesco 15, con un deposito di ferramenta e metalli in piazza della Legna 2 (oggi piazza Goldoni), magazzini e scrittoio in via della Fornace 4, negozi al dettaglio in Corso n. 33.
La torre e gli annessi edifici ormai producevano di tutto, non solo pallini per la caccia, ma focolai di ferro, stufe, bilance, macchine agricole, casseforti, tubi di ferro, di ghisa, di terracotta, rotaie usate, guide per miniere…

Periodo italiano
Dopo la fine della Prima guerra mondiale, l’arrivo della nuova amministrazione italiana obbligò la Greinitz ad abbandonare la fabbrica triestina che divenne di proprietà della Safem – Società adriatica di ferramenta e metalli, cambiando il nome in Fabbrica Pallini Adriatica.
La fabbrica e la torre superarono i due conflitti mondiali, mentre il 27 luglio del 1945 un incendio distrusse quasi completamente il magazzino della Safem in via Carpison.
Negli anni Sessanta la proprietà tornò in mano ad una ditta triestina, Edilzini, ma il terremoto del 1976 causò diversi danni alla struttura e si pensò di abbattere la torre per motivi di sicurezza, la demolizione non avvenne e la torre, ormai non più in uso, venne posta sotto tutela alla fine del decennio dalla Soprintendenza per i beni ambientali, architettonici, archeologici, artistici e storici del Friuli-Venezia Giulia come “edificio industriale ottocentesco“.

Torre dei pallini 1957, vista da via del ronco, l'edificio a destra è via San Francesco 41 (foto di Antonio Ciana, in "Trieste nelle sue fotografie", Italo Svevo, Trieste 2002)

Torre dei pallini 1957, vista da via del ronco, l’edificio a destra è via San Francesco 41 (foto di Antonio Ciana, in “Trieste nelle sue fotografie”, Italo Svevo, Trieste 2002)

Oggi la torre è nascosta dai palazzi costruiti nel 1979-1980 quando, dopo la demolizione dei magazzini della fabbrica, sorsero nuovi edifici – appartamenti, Ufficio tavolare, Avvocatura distrettuale dello Stato, uffici della Regione autonoma FVG e la società informatica Insiel – nell’area tra i numeri civici 18-24 di via Marconi, 18-20 di via Carpison, 37-43 di via San Francesco e parte di via del Ronco.
Sulla torre dei pallini, acquistata all’inizio del 2000 dalla Ditta Zini per soli 5 milioni di lire (circa 2500 euro attuali), dopo che il diritto di prelazione per l’acquisto non è stato esercitato da alcun ente pubblico, è stato installato un ripetitore per telefoni cellulari tuttora attivo, nonostante una petizione contraria firmata dai residenti e lavoratori della zona.

Fonti
Cosimo Cosenza, “Trieste, il Giardino pubblico Muzio de Tommasini e le fabbriche dei Pallini”, Il Murice, Trieste 1997.
Fabio Zubini, “Borgo Franceschino: dall’I.R. Caserma grande alla via di Matterizza, dalla corsia Stadion alla via dell’Acquedotto, dalla via dei Gelsi alla via della Acque, rivive un borgo periferico dei tempi andati, oggi integrato nella Trieste moderna”, Italo Svevo, Trieste 2001.


La Torre dei Pallini e l’orrenda antenna radio alla sua sommità

Come si può notare dalla foto, l’immagine odierna della Torre dei Pallini è vilipesa da un’enorme antenna ripetitore delle frequenze radio destinate alla telefonia mobile.

Torre dei Pallini

torre dei pallini

Italia Nostra, che si occupa della tutela del patrimonio artistico, spiega così:

Adeguamento Impianto Radiomobile”Sito: Trieste – Via San Francesco 41 Stazione Radio Base ILIAD – TS34133_001 e WIND – TS006

Annotazioni sulla variazione delle caratteristiche della stazione radio-base.

Le modifiche definite sul cartello di cantiere come “ADEGUAMENTO IMPIANTO RADIOMOBILE” non sono certamente inerenti ad un impianto o meglio apparato “radio-mobile” ma piuttosto ad un impianto “radio-base”. Sia l’apparato che l’impianto fanno parte del medesimo sistema di telecomunicazioni per dispositivi cellulari, mobili o fissi. Un intervento di “adeguamento” viene solitamente svolto per adattare un sistema esistente a delle specifiche operative che sono state variate a seguito di prescrizioni cogenti, derivate da normative o da altri fatti causali, anche accidentali o di tipo ambientale. L’adeguamento quindi comporta una variazione limitata, nel caso specifico, di alcune caratteristiche tecniche di un impianto di trasmissione e ricezione di segnali a radiofrequenza. Se, per esempio, fosse stato richiesto l’adeguamento della struttura di supporto (palina portantenne), questo potrebbe essere conseguenza di una causa derivata da una prescrizione di adeguamento antisismico, o da usura dei materiali della struttura, che ne richiedono la sostituzione.

Una variazione del numero o del tipo delle antenne installate, evidente dall’aumento delle dimensioni in altezza e diametro della copertura di protezione e mascheramento “radome” di colore blu installata sulla sommità dell’immobile, presuppone la modifica sostanziale dell’impianto di telecomunicazioni, con un aumento del numero di apparati di trasmissione o degli apparati di ricezione, che non deriva da una norma imperativa o da una regola tecnica, ma da una opportunità di sfruttamento commerciale di nuove bande di frequenza (ad esempio: migrazione 5G) o da una richiesta di miglioramento della qualità dei segnali in ricezione, per aumentarne la portata, o la rilevanza rispetto a rumori e disturbi elettromagnetici, presenti nell’ambiente.

Lo sfruttamento di tale opportunità non e’ assolutamente obbligatoria, ma conseguenza di una decisione aziendale, che pianifica una variazione dell’offerta di servizi e conseguentemente installa nuovi impianti ed apparati che quei servizi sono in grado di erogare, a fronte di analoghe implementazioni fatte dalla concorrenza.

Le variazioni quindi sono motivate dall’implementazione di un nuovo impianto, diverso dal precedente, che ragionevolmente e’ stato sostituito e dismesso. Dalla lettura del progetto del sistema di telecomunicazioni e’ possibile rilevare la sostituzione degli apparati elettronici, e la lista parti di tali apparati da’ evidenza di quanto tale sostituzione ha inciso sul progetto precedente, oltre che in variazione delle bande di frequenza, anche come potenza di trasmissione degli apparati. Ove tale variante sia sostanziale, sia per le opere strutturali, che per gli equipaggiamenti elettronici, i lavori devono essere soggetti a collaudo, per la verifica e validazione delle prestazioni, e viene rilasciato un attestato di conformità, preliminarmente alla messa in esercizio della nuova installazione.Dall’attestato o dalle dichiarazioni di conformità degli apparati si può discriminare se l’adeguamento effettuato era parte di attività manutentiva programmata o correttiva, oppure parte dell’installazione di un nuovo sistema, totalmente diverso dal precedente, e che richiede un diverso e rinnovato iter autorizzativo.

l mascheramento di una nuova stazione radio-base con pannellatura cilindrica allo scopo di azzeramento dell’impatto architettonica, deve considerare criteri simili a quelli adottati per le altre strutture di arredo urbano collocate in zone di pregio storico o monumentale, sia dimensionalmente che per scelte cromatiche, ed essere autorizzato compatibilmente con i vincoli paesaggistici della località.

Leggi l’articolo completo di Italia Nostra

Torre dei Pallini nel 2018

Torre dei Pallini nel 2018

Torre dei Pallini nel 2020

Torre dei Pallini nel 2020

Torre dei Pallini nel gennaio 2022

Torre dei Pallini nel gennaio 2022

Torre dei Pallini di Trieste - interno corte di via Marconi 22

Torre dei Pallini di Trieste – interno corte di via Marconi 22

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