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La Società dei Concerti Trieste – I concerti sinfonici di oggi

La Società dei Concerti Trieste

Festival di Trieste
Il Faro della Musica

dal 7 al 18 settembre 2024

Concerti sinfonici con prestigiosi solisti di fama internazionale, musica da camera e coreografie nei luoghi più affascinanti della città dedicati alle danze, ma anche bande che sfileranno suonando per le vie della città e nelle piazze, laboratori e spettacoli per famiglie, Hausmusik in case private e nelle sedi pubbliche più rappresentative di Trieste e persino un concerto sul mare davanti a Piazza dell’Unità d’Italia

Mayer Festival di Trieste

LUNEDì 9 SETTEMBRE ALBRECHT MAYER INSIEME ALL’ORCHESTRA LAFIL FILARMONICA DI MILANO DIRETTA DAL M° ANDREAS OTTENSAMER INTERPRETANO SUL PALCO DEL TEATRO VERDI DI TRIESTE IL CAPOLAVORO DEL REPERTORIO SOLISTICO PER OBOE E LE SINFONIE DI MOZART E MENDELSSOHN

TRIESTE, 8 SETTEMBRE 2024 – Secondo appuntamento al Teatro Verdi di Trieste, lunedì 9 settembre, alle ore 20.30, nell’ambito del “Festival di Trieste – Il Faro della musica”, la rassegna con alcuni dei più grandi interpreti della musica e della danza, ideata e organizzata dalla Società dei Concerti Trieste con la co-organizzazione del Comune di Trieste.

Lunedì saranno protagonisti, tra gli oltre 300 musicisti e artisti che in questi giorni transitano per Trieste, ospiti del Festival, Albrecht Mayer, e le sue “scintille divine” o, come lo hanno definito, “oboe miracoloso”, insieme ad Andreas Ottensamer, primo clarinetto della Filarmonica di Berlino, che si esibirà per la prima volta in Italia insieme all’orchestra LaFil di Milano in veste di direttore.

Per l’occasione interpreteranno la Sinfonia n. 29 K201 di Mozart, il Concerto n.1 in re minore, dell’oboista e compositore Lebrun, lodato per la raffinatezza delle sue esecuzioni e ricordato per aver esteso la gamma superiore dello strumento oltre gli standard dell’epoca, un capolavoro del repertorio solistico per oboe (Mayer è tra i pochissimi interpreti dell’incisione di questo Concerto, l’unica in cui è diretto da Claudio Abbado) e la Sinfonia n.4 “italiana” op. 90 di Mendelssohn.

Alle 19 al Ridotto del Verdi di Trieste ci sarà la possibilità di ascoltare, ad ingresso libero, entrambi i musicisti in dialogo con Marco Seco, direttore del Festival, nell’ambito degli appuntamenti dedicati “Note d’artista”.

Andreas Ottensamer ha catturato il pubblico per la sua versatilità, sia come clarinettista sia come direttore d’orchestra. Considerato uno dei massimi strumentisti del nostro tempo, si esibisce come clarinetto solista nelle maggiori sale da concerto di tutto il mondo con orchestre come i Wiener Philarmoniker, la Mahler Chamber Orchestra e la London Philharmonic, con Mairss Jansons, Sir Simon Rattle, Andris Nelsons, Yannick Nezet-Seguin, Daniel Harding e Lorenzo Viotti. Albrecht Mayer, primo oboe solista dei Berliner Philharmoniker da più di 32 anni è uno dei più importanti musicisti a livello mondiale capace di trasformare l’oboe in un vero e proprio “strumento di seduzione”. Molto richiesto a livello internazionale è alla continua ricerca del suo ideale sonoro e ha fondato il suo ensemble “New Seasons” con il quale ha realizzato un sogno a lungo perseguito. Costantemente alla ricerca di un nuovo repertorio, Albrecht Mayer ama prestare la sua voce (l’oboe) nell‘interpretare opere scritte per altri strumenti e canto.

«Il compositore tedesco Ludwig August Lebrun di cui suonerò il Concerto per oboe e orchestra n.1 in re minore, un brano davvero straordinario che tende al Romanticismo – racconta Albrecht Mayer – era un grande amico e ammiratore di Mozart, sposato con il famoso soprano Franziska Danzi ed era già un acclamato virtuoso di oboe e uno dei migliori compositori per questo strumento al tempo del grande compositore austriaco.»

Rispetto alla sua lunga esperienza nella Berliner Philharmoniker aggiunge: «lavorare con i miei miei colleghi della Berliner, artisti del calibro di Ottensamer e Pahud, è una grande fortuna che mi è capitata nella vita. Tutti loro sono di grande ispirazione per me e poter lavorare con i migliori mi permette di crescere ogni giorno, anche nel settore della direzione d’orchestra, attività che professo da oltre 22 anni e che amo e mi appassiona più di ogni altra.»

Chiude il programma la famosa Sinfonia n.4 “Italiana” in la maggiore di Felix Mendelssohn, ispirata dalle impressioni raccolte durante il soggiorno nel Bel Paese del compositore tedesco nel 1830.
Prossimi appuntamenti al Teatro Verdi di Trieste il 15 settembre con Giovanni Sollima, qui nella doppia veste di direttore e solista, che dirigerà e suonerà assieme all’Orchestra della Fondazione Teatro Lirico G. Verdi di Trieste alle 19.30 e, in chiusura del Festival arriverà l’immenso Nikolai Lugansky al pianoforte assieme all’Orchestra della Fondazione Teatro Lirico G. Verdi di Trieste diretti da Will Humburg (18 settembre, ore 19.30). Gli appuntamenti introduttivi ai concerti al Ridotto del Verdi, ad ingresso libero, si terranno per questi due appuntamenti alle 18.

Il festival e il suo ricco programma con tutti e 29 gli appuntamenti in cartellone dal 7 al 18 settembre si trovano sul sito: societadeiconcerti.it/fest24

Il Festival di Trieste-Il Faro della Musica con i suoi appuntamenti di settembre anticipa l’offerta musicale della Società dei Concerti, ovvero la sua Stagione concertistica che quest’anno raggiungerà quota 93 edizioni.

Il Festival di Trieste è organizzato dalla Società dei Concerti in co-organizzazione con il Comune di Trieste, la collaborazione della Fondazione Teatro Lirico G. Verdi di Trieste, del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia Il Rossetti, del Conservatorio G. Tartini di Trieste, della Scuola di Musica 55-Casa della Musica e della Direzione Marittima Friuli Venezia Giulia – Capitaneria di Porto di Trieste, e grazie al contributo del Ministero della Cultura – Progetti Speciali FNSV 2024, del main sponsor Generali Italia Spa, dei sponsor Banca360 e Siot-Tal, il sostegno di Fondazione Casali Ets e Fondazione CRTrieste e di mecenati Artbonus

Biografie

Mayer

Se pensate all’oboe, non può certamente mancare Albrecht Mayer, primo oboe dei Berliner Philharmoniker. Sia gli ascoltatori che i critici ne sono entusiasti: si parla infatti di “scintille divine”, di “oboe miracoloso” o di “elevare l’oboe allo strumento della seduzione”.
Dopo aver studiato con insegnanti quali Gerhard Scheuer, Georg Meerwein, Ingo Goritzki e Maurice Bourgue, nel 1990 ha intrapreso la sua carriera professionale come oboista solista della Bamberg Symphoniker e nel 1992 con la Berliner Philharmoniker. Accompagnato dall’Orpheus Chamber Orchestra, Albrecht Mayer ha fatto il suo debutto al Carnegie Hall di New York nel 2007. Nel 2008 era “Artiste étoile” al Lucerne Festival.
Nonostante la sua carriera da solista a livello internazionale, la sua grande passione è la direzione d‘orchestra. Ha lavorato infatti con orchestre importanti come la Korean Symphony Orchestra, la China Philharmonic Orchestra, la Vancouver Symphony Orchestra, l’English Concert, la Schleswig-Holstein Festival Orchestra.
Come solista, Albrecht Mayer è molto richiesto a livello internazionale. Alla ricerca del suo ideale sonoro, ha fondato il suo ensemble “New Seasons” con il quale ha realizzato un sogno a lungo perseguito. Costantemente alla ricerca di un nuovo repertorio, Albrecht Mayer ama prestare la sua voce (l’oboe) nell‘interpretare opere scritte per altri strumenti e canto. Un ottimo esempio sono le trascrizioni “Canzoni senza parole” di Bach e il suo album “New Seasons” con trascrizioni di Händel, che lo hanno portato per settimane al primo posto nella pop-chart. Il suo CD ” Auf Mozarts Spuren” con la Mahler Chamber Orchestra e Claudio Abbado è rimasto per mesi in testa alle classifiche di classica tedesche ed è stato anche in testa alla classifica della Deutsche Schallplattenkritik.
Decca ha pubblicato gli album “In Venice” (2008), una registrazione dedicata a J.S.Bach (2019), “Bonjour Paris” (2010) e “Schilflieder” (2012). Infine, Deutsche Grammophon ha pubblicato l’album “Let it snow” (2013), registrato insieme a The King’s Singers, e “Lost and Found” (2015), „Tesori d’Italia” (2017), „Longing for Paradise” (2019), che in Giappone ha ricevuto il Record Academy Award 2019 nel genere Concerto da Record Geijutsu.
Durante la sua carriera Albrecht Mayer ha ricevuto numerosi premi, tra cui: il Premio ECHO Klassik Preis (2004, 2008 e 2010), il Premio Cultura E.T.A.Hoffmann della sua città di provenienza Bamberg (2006). Nel 2013 è stato inserito nella “Gramophone Hall of Fame” e gli è stato assegnato il premio Kulturpreis Bayern. Ha ricevuto inolte l‘Opus Klassik sia per il suo album “Tesori d’Italia” (2018) che per il suo ultimo album dedicato a Mozart (2022).
Albrecht Mayer suona esclusivamente strumenti dei fratelli Mönnig e, dal 2010, sviluppa con questa rinomata azienda la propria linea di oboe: il modello Albrecht Mayer.
Ha istituito la Fondazione “Albrecht Mayer Stiftung” per la ricerca sulla retina (www.albrecht-mayer-stiftung.de).

Ottensamer

Andreas Ottensamer è nato nel 1989 a Vienna. Proviene da una famiglia di musicisti austro-ungarica e si avvicina presto alla musica, ricevendo le sue prime lezioni di pianoforte all’età di quattro anni. All’età di dieci anni ha iniziato a studiare violoncello presso l’Università di Musica e Arti Performative (MDW) di Vienna, per poi passare al clarinetto nel 2003. Nel 2009 ha interrotto gli studi universitari ad Harvard per diventare studioso dell’Accademia dell’Orchestra dei Berliner Philharmoniker. Ottensamer ha studiato direzione d’orchestra con il Professor Nicolas Pasquet (Weimar) e ha seguito masterclass con il Professor Johannes Schlaefli (Zurigo).

Da marzo 2011 Ottensamer ricopre il ruolo di primo clarinetto dei Berliner Philharmoniker.

Andreas Ottensamer ha catturato pubblico e critica con la sua spiccata musicalità e versatilità come clarinettista, direttore artistico e direttore d’orchestra. Ottensamer è considerato uno dei massimi strumentisti del nostro tempo e si esibisce come clarinetto solista nelle maggiori sale da concerto di tutto il mondo con orchestre come i Berliner Philharmoniker, i Wiener Philharmoniker, la Mahler Chamber Orchestra, la London Philharmonic, la Seoul Philharmonic e la Filarmonica Olandese sotto la direzione di Mariss Jansons, Sir Simon Rattle, Andris Nelsons, Yannick Nezet-Seguin, Daniel Harding e Lorenzo Viotti. È ospite regolarmente in festival come il Salisburgo Festspiele, il Gstaad Menuhin Festival, il Rheingau Musik Festival e il Festival de Pâques d’Aix en Provence.

Nel 2021 Ottensamer ha iniziato la sua carriera anche come direttore d’orchestra e ha ricevuto il Premio Neeme Järvi (1° Premio) della Gstaad Festival Conducting Academy. Nelle due stagioni successive ha affiancato il Maestro Riccardo Muti nella sua Accademia dell’Opera Italiana e ha assistito Sir Simon Rattle con la BR Sinfonieorchester, Francois-Xavier Roth con la LSO e Christian Thielemann in una produzione del Lohengrin di Wagner all’Opera di Stato di Vienna.

Da allora Ottensamer ha diretto orchestre come la Tokyo Symphony, l’Orquestra Gulbenkian Lisbon, la KBS Symphony Orchestra, l’Istanbul State Symphony Orchestra, la Sofia Philharmonic, la Real Philharmonia Galicia, la MDR Sinfonieorchester Leipzig, la Liszt Chamber Orchestra e la Kammerakademie Potsdam. .

Nella stagione 2023/24 ha debuttato come direttore d’orchestra con la NHK Symphony Orchestra, la Seoul Philharmonic, la Münchner Kammerorchester, la Macao Philharmonic, l’Orchestre Metropolitain Montreal – come artista residente della stagione – e la Basel Chamber Orchestra in tournée. in Europa e in Asia.

Nella stagione 2024/25 Andreas debutterà con orchestre come la Mozarteum Orchester Salisburgo alla Mozartwoche, la Tonkünstler Orchestra, la Grazer Philharmoniker, la Basel Sinfonieorchester, il Musikkollegium Winterthur, l’Orchestra Sinfonica Islandese, la Filarmonica di Napoli. Tornerà anche a dirigere la Tokyo Symphony Orchestra, la Münchener Kammerorchester e l’Istanbul State Symphony Orchestra. Nel 2025/26 dirigerà Hänsel und Gretel di Humperdinck in una nuova produzione alla Houston Grand Opera. Ottensamer è direttore artistico del Festival Bürgenstock in Svizzera. Le sue collaborazioni artistiche come musicista da camera includono il lavoro con Yuja Wang, Seong-Jin Cho, Lisa Batiashvili, Patricia Kopatchinskaja, Phillippe Jaroussky, Gautier Capuçon, Sol Gabetta e molti altri.

Andreas Ottensamer ha una partnership discografica esclusiva con Deutsche Grammophon dal 2013, cosa che lo rende in assolito il primo clarinettista in assoluto della nota “etichetta gialle”. Per il suo album Blue Hour, con opere di Weber, Mendelssohn e Brahms, ha collaborato con i Berliner Philharmoniker dirett1 da Mariss Jansons e ha ricevuto il suo secondo premio Opus Klassik come “Solista dell’anno”. Insieme a Yuja Wang e Gautier Capucon ha registrato il trio di clarinetto di Brahms, pubblicato con la DG nel settembre 2022. Il suo ultimo album è con il suo partner di recital di lunga data José Gallardo.

LaFil

LaFil Filarmonica di Milano è un’orchestra in residenza e a formazione flessibile, a seconda dei programmi, che nasce da una concezione innovativa: le sue prime parti provengono dalle più importanti istituzioni musicali italiane e internazionali (quali l’Orchestra del Teatro alla Scala, l’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, l’Orchestra Sinfonica Nazionale Rai, Berliner Philharmoniker, Wiener Philharmoniker, MET – Metropolitan Opera House, Concertgebouw Orkeste, Gewandhaus Orchester, Mahler Chamber Orchestra, oltre ad alcune delle più importanti formazioni cameristiche nazionali), a cui si affiancano strumentisti giovani ma già formati, selezionati attentamente tra le eccellenze musicali del futuro.

Dopo il trionfale debutto con l’integrale delle Sinfonie di Schumann al Palazzo delle Scintille di Milano e “Tutti pazzi per Brahms” alla Sala Verdi del Conservatorio di Milano, entrambi diretti da Daniele Gatti, LaFil sotto la direzione di Marco Seco è stata protagonista di due residenze a Sestri Levante e dei concerti di apertura e chiusura di Bookcity Milano 2019 e 2020.

Nel 2022 ha organizzato il tour “Musica nei Parchi”, durante il quale sono stati eseguiti concerti a Citylife Milano, a Trieste, ospitata all’interno del palinsesto estivo della Società dei Concerti, a Brescia e Bergamo, invitata dal Festival Pianistico Internazionale ed infine al Teatro Due di Parma.

Il 5 e 6 marzo 2022 LaFil ha inaugurato la sua residenza milanese al Teatro Lirico Giorgio Gaber di Milano con il progetto Mendelssohn, che ha visto alternarsi sul podio quattro direttori. Dopo i primi concerti diretti da Marco Seco, solista il pianista Pietro De Maria, il 23 aprile è stato eseguito un concerto d’archi sotto la guida del primo violino, spalla dell’orchestra e cofondatore Carlo Parazzoli. Il 24 aprile è stata la volta dei giovani e brillanti Felix Mildenberger e del violinista Daniel Lozakovich, che in questa occasione hanno entrambi debuttato su un palcoscenico milanese.

Il progetto Mendelssohn si è poi concluso il 5 maggio con un concerto diretto da Leopold Hager.

A luglio 2022 LaFil ha realizzato la sua residenza artistica estiva a Trieste, ospitata dalla prestigiosa Società dei Concerti di Trieste. Per l’occasione, nell’ambito del progetto Beethoven, sono stati proposti, oltre a svariati concerti cameristici, concerti sinfonici sotto la bacchetta, tra gli altri, di Felix Mildenberger e Alexander Lonquich e con la partecipazione di solisti quali il soprano Carmela Remigio e il pianista Alessandro Taverna. Il concerto in chiusura della residenza si è svolto in collaborazione con l’orchestra e il coro del Teatro Verdi.

Nello stesso anno, LaFil è stata ospite del Festival MiTo con un concerto a Milano e uno a Torino.

Nel maggio 2023, ha inaugurato il progetto Il Suono dell’Arte, in collaborazione con 24 Ore Cultura, con l’obiettivo di promuovere la musica negli spazi museali. Prima al Mudec con il giovane direttore Adam Hickox, poi a Palazzo Reale, il progetto ha interpretato il concetto di fruizione culturale e musicale della città di Milano, favorendo la contaminazione tra musica e arti visive.

Nel giugno 2023, l’orchestra ha inaugurato la sua residenza artistica a Parma, in collaborazione con Teatro Due, con un progetto dedicato alle musiche di scena. La prima produzione è stata Peer Gynt di Henrik Ibsen con le musiche originali di Edvard Grieg, regista Daniele Abbado, direttore Marco Seco.

Lo scorso ottobre, nell’ambito del Progetto Beyond: Inclusion of Young People beyond Barriers, co-finanziato dal Programma dell’Unione Europea Erasmus+, che vede il coinvolgimento di tre nazioni (Italia, Spagna e Grecia), LaFil, sotto la direzione di Marco Seco, ha eseguito dal vivo le musiche originali composte da Alessandro Solbiati per la messa in scena di Antigone, con la Compagnia Teatrale Puntozero – che riunisce giovani detenuti e non – e la regia di Giuseppe Scutellà.

Dal 2021 LaFil promuove il progetto Musica nei Quartieri, durante il quale abita per alcune settimane i municipi di Milano con incontri, conferenze, prove aperte e concerti da camera e sinfonici.

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