La casa di via del Toro di A.B.C. onlus pronta ad accogliere per altri due anni nuove famiglie dei piccoli ricoverati nel reparto di Chirurgia del Burlo, grazie alla collaborazione dei donatori BeChildren Onlus e uBroker
Suggellato ieri, 23 settembre, il progetto “La casa del dono” con la consegna delle chiavi nella casa di via del Toro, una delle quattro che A.B.C. onlus mette a disposizione delle famiglie che devono affrontare percorsi chirurgici al Burlo Garofolo. A consegnare le chiavi (simbolo dell’impegno a sostenere per due anni i costi dell’alloggio) sono stati Edi Righi di BeChildren Onlus e Cristiano Bilucaglia di uBroker, presidenti delle rispettive strutture donatrici.
Dopo aver percorso, da coraggiosi ciclofili, 500 km in bicicletta, partendo da Reggio Emilia e fermandosi in sei diverse città, per raccontare del progetto de “La casa del dono” ai loro collaboratori sul territorio, Edi Righi, Presidente di BeChildren Onlus, e Cristiano Bilucaglia, Presidente di uBroker Srl sono arrivati a Trieste dove oggi hanno ufficializzato insieme ad A.B.C. onlus l’avvio del progetto. A raccogliere simbolicamente le chiavi è stata Giusy Battain, Direttrice di A.B.C. Con “La casa del dono” i donatori si impegnano a sostenere i costi dell’alloggio di via del Toro per due anni, consentendo così di continuare a soddisfare i bisogni di numerose famiglie che abitano fuori Trieste e devono affrontare con i loro bambini lunghi e complessi percorsi chirurgici nell’ospedale infantile Burlo Garofolo
Parole di grande soddisfazione sono state espresse tanto dai donatori – Righi e Bilucaglia – che da Battain, nella convinzione che sia sempre più fondamentale continuare garantire a queste famiglie di poter disporre di un vero e proprio “nido” nel quale riposarsi e ricaricare le proprie energie, anche emotive, in momenti così complessi.
Dopo la consegna delle chiavi, la piccola comunità riunita in casa di via del Toro ha ascoltato alcune testimonianze in video delle famiglie che hanno usufruito del servizio di A.B.C. Un’altra mamma ha voluto lasciare per iscritto queste bellissime parole, che colgono nel segno l’essenza del progetto: “L’Associazione, ci ha garantito un supporto psicologico e un tetto che noi tutt’oggi chiamino casa, tale è il nostro affetto per quelle mura. Difficile associare la parola casa con la parola Ospedale perché sembra che i due termini stridano terribilmente, ma Trieste prima di essere un luogo è uno spazio che ci portiamo dentro! Casa e un corpo ideale che ci contiene, ci accoglie e ci protegge. Casa e un luogo reale che quotidianamente amiamo e odiamo, sospesi fra protezione e avventura! È li che noi diamo sfogo alle emozioni e agli stati d’animo che teniamo dentro quando ci troviamo davanti ai nostri figli. Grazie A.B.C. per averci regalato l’essenza dell’essere a casa, la nostra migrazione spesso lunga e faticosa, è resa più lieve dal sapere che troveremo ad accoglierci un nido”.
Edi Righi (Presidente di BeChildren)
Giusy Battain (Direttrice di A.B.C. onlus)
Cristiano Bilucaglia (Presidente di uBroker)