L’Ordine TSRM TSRP ha inviato una lettera ai vertici della regione, con una serie di proposte sull’organizzazione della macchina sanitaria.
“Soltanto insieme potremo affrontare questa grave contingenza”.
Con il 15 per cento di sanitari contagiati il Friuli Venezia Giulia si colloca tra le regioni più colpite in Italia, un dato che preoccupa e che esige un’immediata risposta, “garantendo adeguate protezioni per i sanitari, e pianificando uno screening mirato per avere una mappatura affidabile dello stato del contagio fra i professionisti sanitari”.
Parte da questa considerazione la lettera, inviata al Presidente della regione Massimiliano Fedriga e ai vertici della sanità in FVG, dall’Ordine dei Tecnici Sanitari di radiologia medica e delle Professioni Sanitarie Tecniche, della Riabilitazione e della Prevenzione, che rappresenta oltre 4000 professionisti che operano in regione, in gran parte coinvolti nella gestione dell’emergenza Covid-19.
I professionisti sottolineano la necessità, non più rinviabile, di riorganizzare in fretta l’impostazione dei servizi, investendo anche più risorse e competenze nei piani strategici per rallentare il contagio.
In occasione della riunione della 3° Commissione Consiliare, l’Ordine TSRM TSRP ha quindi inviato una lunga lettera ai vertici della regione, firmata dal presidente Giorgio Sirotti e dai presidenti di tutti gli albi, richiamando l’attenzione su una serie di temi non sufficientemente considerati.
Fra questi, la valutazione del rischio ambientale in cui operano assistenti sanitari e tecnici della prevenzione, la necessità di uno screening a tappeto di tutti gli operatori e ospiti delle RSA e strutture residenziali (dove vive una popolazione anziana, particolarmente fragile ed esposta al contagio); indicazioni regionali chiare sui test diagnostici, l’uso del sistema informativo regionale per i dati relativi al COVID-19; interventi specifici per la riabilitazione motoria e respiratoria in fase acuta, sub acuta, e a domicilio; linee guida e protocolli chiari per l’assistenza e la riabilitazione all’interno delle strutture; ripensare a nuove modalità per l’erogazione di servizi al momento sospesi; attenzione ai casi di malnutrizione per difetto e contrasto a modelli alimentari scorretti; l’attuazione di una strategia sistematica e del coinvolgimento dei professionisti competenti.
Tutto questo andrà poi accompagnato da campagne di monitoraggio e tracciamento dei positivi e dei relativi contatti avuti, e a una precisa strategia per la fase successiva all’epidemia.
L’Ordine “ha intenzione di confrontarsi con spirito di massima collaborazione”, partendo dalle esperienze e competenze dei professionisti impegnati quotidianamente sul campo alla luce della convinzione, dice la lettera, che “soltanto insieme potremo affrontare questa grave contingenza”.