L’iter ministeriale di approvazione del Piano Regolatore del porto di Trieste approda allo step finale: dopo il parere favorevole della Commissione tecnica di verifica dell’impatto ambientale Via/Vas, è stato notificato all’APT il decreto con cui il Ministero dell’Ambiente e della tutela del mare e il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, hanno espresso “parere positivo sul Piano Regolatore Portuale di Trieste” proposto dall’APT, decretando la “compatibilità ambientale delle opere previste dal piano”.
Il PRP è lo strumento principale della pianificazione di uno scalo, e ne delinea le scelte strategiche di sviluppo complessivo. Il nuovo Piano Regolatore del porto di Trieste (l’ultimo risale al 1957) si propone di promuoverne l’espansione attraverso una nuova configurazione dell’infrastruttura e un nuovo assetto spaziale e funzionale del territorio di pertinenza. In questo contesto, il porto non è più inteso come realtà a sé stante, ma come anello di un sistema logistico ben più ampio e complesso.
Lo scalo triestino è inoltre una case history a livello italiano, poiché l’Authority giuliana è stata la prima ad attivare con successo la procedura di Vas (Valutazione ambientale strategica) integrata alla Via (Valutazione di impatto ambientale), prevista per i piani regolatori portuali. Si tratta di un modello che potrà fare da apripista a molti altri porti del nostro paese.
Questo il commento del Commissario dell’APT Zeno D’Agostino: “E’ una vittoria di tutta la città di Trieste e della Regione. Finalmente si conclude un iter iniziato nel 2009 e poi interrotto. Il piano regolatore rivoluziona l’attività di pianificazione di uno scalo perché permette di lavorare in una prospettiva di lungo periodo. Ora possiamo guardare al porto del futuro, possiamo sbloccare la realizzazione di nuove infrastrutture strategiche. Possiamo attrarre nuovi investimenti. Possiamo rilanciare l’attività logistica e industriale, divenendo credibili all’estero con un vero piano di marketing internazionale”.
“Dopo il placet ministeriale, – ha concluso D’Agostino – manca solo l’ultimo passaggio della Regione Friuli Venezia Giulia con cui dovremo siglare un protocollo d’intesa per dare sostanza alle prescrizioni presenti nel Decreto”.