Oltre 50 mila, in Friuli Venezia Giulia, i lavoratori interessati, dai commessi, ai camerieri, ai dipendenti delle imprese artigiane. In regione, a disposizione 25 milioni, per una copertura massima di nove settimane
Commesse, camerieri di bar o ristoranti, lavoratori di piccole imprese artigiane: sono alcuni dei possibili beneficiari dell’ultimo decreto del ministero del lavoro che riguarda i dipendenti delle aziende private che non hanno accesso alla cassa integrazione ordinaria o straordinaria o ad altri strumenti di integrazione salariale di categoria. Restano esclusi i lavoratori stagionali che alla data del 23 febbraio non avevano un contratto di lavoro, le colf e le badanti.
Secondo le stime del Ministero, in Friuli Venezia Giulia si tratta di 50 mila 164 lavoratori per cento del totale nazionale. “Un dato – spiega l’assessore al lavoro della regione Rosolen – ricavato per difetto dai documenti di pagamento alle casse previdenziali che risultano all’INPS.”
A partire da venerdì, se tutto andrà secnodo la tabella di marcia di Rosolen, si potranno presentare le prime domande on line attraverso l’applicazione adeline. il decreto prevede uno stanziamento complessivo di quasi un miliardo trecento milioni di euro per la cassa integrazione in deroga in tutta italia. La quota per il Friuli Venezia Giulia è di poco meno di 25 milioni.
Il provvedimento sarà retroattivo ma spetta, come detto, solo a chi aveva un regolare contratto alla data del 23 febbraio. Potrà coprire, fino al 31 agosto, un massimo di nove settimane che in Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna, regioni più colpite e soprattutto colpite prima dall’epidemia, diventeranno 13. (RaiNews)