Unico testimone vivente dei fatti del Narodni dom di cento anni fa
Ordine al merito della Repubblica italiana, Cavaliere della Grande Croce e Ordine al merito straordinario della Repubblica di Slovenia per Boris Pahor, 107 anni in agosto.
Il presidente italiano Sergio Mattarella e il presidente sloveno Borut Pahor hanno insignito di due decorazioni di stato allo scrittore Boris Pahor presso la sede del Commissario di Governo a Trieste. Mattarella gli ha conferito la decorazione dell’Ordine al merito della Repubblica italiana, il Cavaliere della Grande Croce, e Pahor gli ha conferito la decorazione dell’Ordine al merito straordinario.
E Boris Pahor dichiara: «Cento anni fa vidi i fascisti bruciare la Casa della Cultura slovena. Il Colle mi ha commosso»
Lo scrittore sloveno con cittadinanza italiana: avevo 7 anni, ricordo bene il rogo del Narodni dom. Oggi lunedì 13 luglio, la Casa della Cultura è stata riconsegnata agli sloveni, e io c’ero. Missione compiuta». Boris Pahor (107 anni il prossimo 26 agosto), grande vecchio della letteratura, italiano della minoranza slovena, è l’ultimo testimone dell’incendio di un secolo fa a Trieste. Quell’evento non solo segnò la sua persona ma anche il suo talento di scrittore. Pahor, sopravvissuto ai campi di concentramento nazisti (il dramma è raccontato in Necropoli, la sua opera più famosa), il 13 luglio sarà alla cerimonia di «riconciliazione».
Anche l’Italia le ha tributato il massimo riconoscimento. Come commenta il gesto del presidente Mattarella?
«Una sorpresa. Per me molto importante. Mi sono commosso. C’è un retroscena che mi preme raccontare».
«Avevo inviato una lettera al presidente Mattarella. Riprendevo il suo discorso nel Giorno del Ricordo, dedicato ai morti delle foibe. Egli si rammaricava, citando le legge del 2004, per l’assenza di riferimenti al male provocato dal fascismo durante l’occupazione italiana in Slovenia. Nessuna risposta, ci rimasi male. Ora ho saputo che Mattarella non solo l’aveva letta, ma poi ha approfondito i miei scritti. In particolare, un mio intervento del 2015 sul numero di Micromega, intitolato “Ora e sempre Resistenza”, dove lo stesso presidente aveva lasciato parole di saluto e augurio. Dunque, Mattarella ha deciso di nominarmi Cavaliere di Gran Croce».
Che cosa rappresentano per lei le due onorificenze?
«Le dedico a tutti i morti di cui ho parlato e scritto. Alle vittime innocenti di guerre e persecuzioni. Al musicista Lojze Bratuž, costretto a bere olio di macchina per aver diretto in sloveno i canti di Natale, nel 1936. Ai condannati a morte del Tribunale speciale del 1930 e del 1941, agli ostaggi fucilati…».