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Aspetti storico-botanici del basso ambito settentrionale del Parco Urbano Farneto di Trieste

XXX Ottobre Tam

ASPETTI STORICO-BOTANICI DEL BASSO AMBITO SETTENTRIONALE DEL “PARCO URBANO FARNETO” DI TRIESTE

PROGRAMMA

Incontro preparatorio all’escursione nella sede dell’Associazione XXX Ottobre – Via Battisti 22
Martedì 8 ottobre 2024, ore 17.30. Escursione: Domenica 13 ottobre 2024 – Ritrovo in Piazza Volontari Giuliani alle ore 8.45. Partenza verso il “Parco Urbano Farneto” alle ore 9.00. Ritorno al punto di partenza alle ore 13.15-30.

1)° – PRIMO TRATTO DELL’ESCURSIONE– DALLA PIAZZA VOLONTARI GIULIANI ALLA PARTE ESTERNA SETTENTRIONALE DEL “CIVICO ORTO BOTANICO”.
Tutto il percorso, lungo circa 6 km, si svolge nella parte inferiore del “Parco Urbano Farneto”, volta a settentrione. Nel suo primo tratto, ancora a stretto contatto con la città, è possibile innanzitutto ammirare un notevole esemplare di paulownia/Paulownia tomentosa. Poi, seguendo brevemente il viale XX Settembre ed inerpicandosi a destra lungo la scalinata Margherita (cospicua presenza di Iris japonica) si perviene in via Ippolito Pindemonte. Questa strada ricalca, in gran parte, un sentiero frequentato dai gitanti dei secoli scorsi che, partendo dai Portici di Chiozza, percorreva il Viale dell’Acquedotto (ora viale XX Settembre), per poi salire sul versante del “Farneto” fra boschi oggi
scomparsi. Raggiungeva quindi la cima del “Cacciatore” oppure la “Rotonda del Boschetto”, ove esistevano rinomati ed apprezzati luoghi di ristoro e di feste.
Attraversando la strada e superando alcuni gradini, ci s’immerge subito nel “Parco Urbano Farneto” (donato alla città da Ferdinando d’Asburgo nel 1844) ove, nell’ampio spiazzo antistante, è stato posto un monumento che ricorda la figura della muggesana “Maria” Alma Vivoda (1911-1943).
Si prosegue sulla sinistra lungo un vialetto con, all’inizio, notevoli esemplari di spino di giuda/Gleditisa triacanthos. In leggera salita, e dopo un ampio tornante, si giunge in prossimità del Civico Orto Botanico. All’esterno, a pochi metri dalla stradicciola, un cippo boschivo ricorda l’insigne botanico e farmacista Bartolomeo Biasoletto (1794-1879). Un altro cippo (N. 37), di piccole dimensioni ed addossato defilatamente al muro, testimonia un antico confine (pomerio) cittadino.

2)° – DALL’ESTERNO DEL CIVICO ORTO BOTANICO AL “SENTIERO NATURALISTICO SILVIO POLLI”
Si rammenta che l’Orto Botanico, volutamente realizzato da Muzio de Tommasini, iniziò la sua attività nel 1873 e, trent’anni dopo (1903), divenne civica istituzione alle dipendenze del locale Museo di Storia Naturale. Fu quindi affidato in custodia al direttore d’allora, Carlo de Marchesetti.
L’escursione non prevede l’entrata al Civico Orto Botanico, peraltro già accuratamente visitato nel corso di precedenti attività, ma si rimane all’esterno. Sarà qui molto interessante individuare ed indagare, sotto l’aspetto botanico, le specie “transfughe”, ovvero “scappate” dall’Orto stesso nel corso degli anni. Molte di esse si sono propagate abbondantemente e con profitto (Scutellaria altissima), altre si sono limitate a svilupparsi nelle immediate adiacenze (Allium ursinum, Allium neapolitanum, Arum italicum, Cyrtomium falcatum, Conium maculatum, Diospyros lotus, Fumaria capreolata, Scrophularia peregrina, Zantophyllum armatum, Veronica cymbalaria).
Altre infine non risultano essersi per ora diffuse al di fuori del comprensorio (Pinellia ternata, dalla Cina, Corea e Giappone), pur apparendo ben invasive o addirittura infestanti all’interno.
Dopo aver costeggiato un breve tratto dell’Orto nella parte superiore meridionale, con l’individuazione di qualche altra specie transfuga (ad esempio lo Smyrnium olusatrum), conviene attraversare la strada e costeggiare, per alcune decine di metri, il margine della strada botanicamente ben curato durante l’intero anno (presenza di interessanti entità).
Si ritorna quindi nel “Parco Urbano” e si segue verso est il vialetto superiore passando in rassegna, fra l’altro, il sito in cui a primavera si sviluppa la rara Epipactis microphylla, poi in successione una provvidenziale sorgente per la fauna locale, un orniello “fulminato”, un maestoso carpino nero ei i tronchi mozzati, residui dei due notevolissimi esemplari di pioppo/Populus nigra che troneggiavano nell’ambiente sino ad alcuni anni fa.
Ci si stacca dal vialetto principale in prossimità della marcata curva, si supera il rio Farneto, quasi sempre secco, e si sale per una sconnessa ed accidentata gradinata provvista da un rudimentale passamano… “fai da te”. Si entra quindi in un ambiente piuttosto ombroso, sottilmente cupo, a prevalente pungitopo/Ruscus aculeatus frammisto ad alloro/Laurus nobilis. Si esce in breve ritornando sul lastricato ed intersecando il sentiero che si seguirà al ritorno. Si scende ora lievemente, trascurando sulla sinistra una stradina in discesa, ed individuando poco dopo una stazione del termofilo carpino orientale/Carpinus orientalis (= C. duinensis) ed una serie continuativa di ippocastani/Aesculus hyppocastanum sulla destra. Ci si immette, alfine, sul “Sentiero Naturalistico Silvio Polli”.

3)° – SENTIERO NATURALISTICIO “SILVIO POLLI”
Questo tracciato è stato dedicato allo studioso Silvio Polli (1904-1990) con delibera del Comune di Trieste (21 maggio 2001). La lunghezza totale è di 1450 m ed il dislivello complessivo di 148 m (da 75 m a 223 m).
Esso attraversa una buona parte del versante nord-est del Farneto, svolgendosi da nord-ovest a sud-est. Dopo un primo tratto lastricato, l’itinerario sale il colle verso il Ferdinandeo superando inizialmente un ambiente costituito da una vegetazione in cui la querceta a rovere/Quercus petraea prevale di gran lunga sul pino nero/Pinus nigra e su altre essenze quali il carpino orientale/Carpinus orientalis , il carpino nero/Ostrya carpinifolia, l’acero campestre/Acer campestre e l’orniello/Fraxinus ornus. Singolare è la presenza, oltre che del cipresso comune/Cupressus sempervirens, di quella del cipresso dell’Arizona/Cupressus arizonica e, soprattutto, di un buon contingente di tassi/Taxus baccata. Nella sua parte centrale l’ambiente mette in evidenza una vegetazione più rigogliosa, con la querceta ora frammista al pino nero ed impreziosita da alcune entità arboree particolari (ad esempio il frassino ossifillo/Fraxinus angustifolia) e, nei siti più freschi, il carpino bianco/Carpinus betulus.
Nella sua parte conclusiva, diminuita la frequenza del rovere, il percorso attraversa una pineta matura, nella quale si distinguono, per le dimensioni, alcuni frassini ossifilli ed un paio di pioppi/Populus nigra. Alcuni esemplari di pino nero sono fra i più grossi di quelli presenti in tutta la provincia di Trieste, in quanto superano abbondantemente i 2 m di circonferenza.
L’ANTICA SORGENTE – Dopo circa 500 m dall’immissione (e tralasciata sulla sinistra la doppia scalinata che scende alla Rotonda del Boschetto), si perviene ad uno slargo (q. 110 m) che ospita, sulla destra, un’antica sorgente naturale, che le varie cronache del passato qualificavano “quasi perenne”. Sino agli anni ’90 del secolo
folta vegetazione. Per individuarla, era necessario percorrere una stradina sconnessa ed invasa dalla vegetazione per deviare quindi, da essa, per 5 metri. Si poteva tuttavia, già nelle sue vicinanze, sentire il gaio gorgoglio dell’acqua che sgorgava dal tubo (allora di alluminio) ed osservare il cospicuo rivolo d’acqua che, tracimando dalla vaschetta posta alla base, scendeva a lato della campestre stessa. In questo ambiente s’era venuta a costituire una rigogliosa vegetazione a carattere igrofilo, rappresentata in primo luogo da alcuni coriacei ciuffi di giunco da fiscelle/Juncus inflexus, frammisti ad alcune altre specie d’ambiente umido (canapa acquatica/Eupatorium cannabinum e mazza d’oro/Lysimachia vulgaris).
Da rilevamenti eseguiti dallo stesso Silvio Polli nel decennio 1984-1993, nell’arco dell’anno, la temperatura dell’acqua variava mediamente fra i 9°C dei mesi invernali ed i 13°C di quelli tardo-estivi o autunnali. In tempi di forti precipitazioni la portata della sorgente poteva raggiungere anche i 5 litri al minuto ma, in regimi secchi, poteva rimanere anche asciutta.
Con la susseguente sistemazione della zona, la sorgente risulta oggi ben evidente anche da lontano, forse un po’ celata dall’area ad ansa nella quale essa si trova. Purtroppo, i lavori che l’hanno interessata hanno interrotto il suo flusso deviandone il percorso; sarebbe pertanto auspicabile il suo naturale ripristino. Infatti, l’acqua, che ora sgorga in minor quantità rispetto al passato, è stata incanalata e, se copiosa, si riversa nel sottostante profondo solco, un tempo interessato dal capelvenere; solo in minima parte essa esce ora dal cannello. Sulla base di osservazioni e misure speditive effettuate in questi ultimi anni, la portata, rispetto al passato, è decisamente diminuita ed a
ciò ha certamente contribuito l’attuale variazione climatica oltre che i già citati lavori di sistemazione.
Pure la vegetazione presenta una più ristretta varietà di specie. Nei pressi della sorgente, in corrispondenza di un marcato impluvio, si sono formate alcune interessanti vaschette di travertino, a monte delle quali è possibile riconoscere, se in fioritura, addirittura il giglio martagone.
E proprio negli ultimi anni della sua vita, studiando le proprietà fisiche di alcune sorgenti presenti nella provincia di Trieste, Silvio Polli si recava con una certa regolarità al “Boschetto” per rilevare i dati dell’antica fonte sgorgante lungo il sentiero a lui oggi dedicato. Un commosso ricordo che si rinnova ad ogni argentino zampillìo che l’antica sorgente emana e disperde nel silenzioso e riposante ambiente.
Proseguendo, dopo un tavolo in legno e prima del gazebo, si possono individuare alcuni pini silvestri/Pinus sylvestris, riconoscibili da tutti gli altri pini europei per la parte superiore del tronco e per i rami, squamosi e di colore rosso-ruggine.
Ancora un breve tratto del “Sentiero Naturalistico” e s’arriva sulla strada che dalla Rotonda del Boschetto sale alla Villa Revoltella. Si prosegue, costeggiandola in tutta sicurezza sulla destra sino alla prossima marcata curva, dalla quale si rientra nell’ombroso e rilassante “Parco Urbano Farneto”.

4)° – TRATTO CONCLUSIVO CON DISCESA IN CITTA’ ATTRAVERSANDO IL “PARCO FARNETO” NELLA SUA PARTE BASSA NORD-OCCIDENTALE
Staccandosi dall’evidente curva si segue, sulla destra, la stradicciola di mezzo che in discreta discesa confluisce, dopo pochi minuti, in un’altra che collega, a breve distanza, l’area di sosta e di giochi di via Marchesetti. In questo tratto è possibile individuare un paio di abbeveratoi in legno ed un singolare dendrotelma. Interessanti alcune stazioni di ranno purgativo/Rhamnus cathartica e di agrifoglio/Ilex aquifolium. Si piega a sinistra e, dopo circa 150 m di salitina, si decussa a destra immettendosi nel primo tratto di un marcato sentiero che, in moderata discesa, tende alla via Pindemonte. Qui si potranno individuare alcune pozze d’abbeveraggio per i cinghiali ed un’altra singolare stazione di agrifoglio. Intersecata la stradina percorsa all’andata, si procede scendendo lungo il sentiero e costeggiando un lungo muretto divisionale a secco. Piegando alla fine a destra si sbocca sul vialetto a fondo cieco che porta a delle abitazioni.
Prima di concludere l’escursione sarà opportuno, disponendo ancora di un po’ di tempo, recarsi in breve – ormai nella parte inferiore del “Parco Farneto”, poco prima dell’inizio del “Sentiero Naturalistico” Silvio Polli – ad ammirare, fra gli altri, un notevole ed inusuale esemplare di Moro degli Osagi (Maclura pomifera = M. aurantiaca =Toxylon pomiferum, famiglia Moraceae).
Si tratta di un albero caducifoglio spinoso originario dell’America settentrionale. Alcune tribù indigene, come quella degli Osage (da cui il nome), ne utilizzava il legno flessibile per la costruzione di archi. La specie è caratteristica per il grande frutto verdastro e rugoso, non commestibile, che odora vagamente di sapone in quanto dotato di un succo lattiginoso; è peraltro inconfondibile per il robusto tronco obliquo dal quale si dipartono numerosi rami spinescenti che coprono addirittura la stradina, alla sinistra della quale esso si erge.
ELIO POLLI

Programma:
Come già anticipato dal professor Polli, domenica 13 ottobre 2024 ritrovo in piazza Volontari Giuliani
alle ore 8:45.
Partenza verso il Parco Urbano Farneto alle ore 9:00.
Ritorno al punto di partenza intorno alle ore 13:30
Si arriva al punto d’incontro con il bus 6 e 9.
Attrezzatura: consigliati i bastoncini, calzature Trekking, una sufficiente scorta d’acqua.
Quota di Partecipazione:
Soci CAI-TAM / CRUT € 10 se in regola con i rispettivi rinnovi annuali.
Non soci: €15 + € 12 assicurazione obbligatoria infortuni e soccorso alpino.
Iscrizioni in sede prima e dopo la conferenza dell’8 ottobre ore 17:30 e venerdì 11 ottobre solito
orario 17:30 – 19:00.
Ricordo l’osservazione del regolamento TAM riguardo alle escursioni
Le persone che risulteranno iscritte all’escursione saranno tenute a pagare la quota di iscrizione anche
nel caso non si presentino alla partenza qualunque ne sia il motivo. La quota verrà trattenuta come
donazione all’attività.

Farneto Polli

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