Oggi, nel ventoso martedì 23 novembre 2021, il salotto buono della città (come negli ultimi anni) si riempie di alberi di Natale. L’atmosfera però non è delle migliori: nonostante la bella giornata, tersa e luminosa, la cupezza regna negli animi delle persone. Si legge negli occhi della gente la preoccupazione per una Trieste che potrebbe diventare gialla, arancione e perfino rossa, a cavallo delle festività. I politici pensano a chiudere il recinto con i buoi scappati, e la situazione sembra non essere tanto diversa dall’anno scorso. Regole ancora più divisive si prospettano all’orizzonte, ma siamo abituati a tutto ciò. Mentre al bagno Lanterna (Pedocin) un muro divide da cent’anni uomini e donne, oggi si sta edificando un muro ancora più grande tra cittadini vaccinati (la stragrande maggioranza) e una minoranza di “ribelli”. Ma il vero problema è l’economia, più che la salute; i commercianti lamentano cali drastici delle vendite, il turismo langue, e il miraggio di un orizzonte libero appare ancora troppo lontano per sentire la gioia di un periodo di festa.
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