VajontS 23, il 9 ottobre 2023, a 60 anni dalla tragedia azione corale di teatro civile in 130 teatri in contemporanea
A TRIESTE, LA CONTRADA PORTA IN SCENA VAJONTS 23
UNO SPETTACOLO ITINERANTE NELLE GALLERIE DELLA KLEINE BERLIN CON LE VOCI DEGLI ATTORI DELLA CONTRADA E LE PROIEZIONI DI MARIO BOBBIO
un progetto a cura di Enza De Rose e Mario Bobbio
con (in ordine alfabetico) Enza De Rose, Zita Fusco, Valentino Pagliei e Leonardo Zannier
e con la partecipazione di Paolo Quazzolo
coreografia danzata da Irene Ferrara
musiche di Enza De Rose e Mario Bobbio
produzione La Contrada – Teatro stabile di Trieste
Trent’anni fa Il racconto del Vajont era la voce e il corpo di Marco Paolini. La sera di lunedì 9 ottobre 2023, nel 60esimo anniversario della tragedia del Vajont che costò la vita a 2000 persone, diventerà VajontS 23, azione corale di teatro civile messa in scena in contemporanea in 130 teatri dall’Alto Adige alla Sicilia e anche all’estero.
A Trieste Vajonts 23 sarà messo in scena dalla Contrada alle 21.30 negli spazi della Kleine Berlin di via Fabio Severo (davanti al civico 11), il più ampio sistema di gallerie antiaeree sotterranee tuttora esistente in centro città a Trieste, con uno spettacolo di letture sceniche itinerante insieme alle voci degli attori Zita Fusco, Leonardo Zannier, Valentino Pagliei ed Enza De Rose – che suonerà anche dei pezzi inediti alla tastiera – e con le coreografie della ballerina Irene Ferrara e le proiezioni di Mario Bobbio; inoltre, a fare da epilogo, l’intervento accademico del Prof. Paolo Quazzolo, professore associato di Storia del teatro presso il Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università degli Studi di Trieste.
La storia del Vajont riscritta, 25 anni dopo il racconto televisivo, da Marco Paolini con la collaborazione di Marco Martinelli, drammaturgo e regista del Teatro delle Albe, non è più solo un racconto di memoria e di denuncia sociale, ma diventa una sveglia. La narrazione di quel che è accaduto si moltiplica in un coro di tanti racconti per richiamare l’attenzione su quel che potrebbe accadere. «Quella del Vajont – spiega Paolini – è la storia di un avvenimento che inizia lentamente e poi accelera. Inesorabile. Si sono ignorati i segni e, quando si è presa coscienza, era troppo tardi. In tempo di crisi climatica, non si possono ripetere le inerzie, non possiamo permetterci di calcolare il rischio con l’ipotesi meno pericolosa tra tante. Tra le tante scartate perché inconcepibili, non perché impossibili».
Grandi attori e allievi delle scuole di teatro, teatri stabili e compagnie di teatro di ricerca, musicisti e danzatori, maestranze, personale e spettatori arruolati come lettori si riuniranno nei posti più diversi, dallo Strehler di Milano ai piccoli teatri di provincia, a scuole, chiese, centri civici, biblioteche, piazze di quartiere, dighe e centri parrocchiali. Ciascuno realizzerà un proprio allestimento di VajontS 23 a partire dalle peculiarità del suo territorio. E poi, tutti si fermeranno alle 22.39, l’ora in cui la montagna franò nella diga.
«La Contrada – spiegano gli ideatori del progetto Enza De Rose e Mario Bobbio – ha sentito fortemente la necessità di partecipare a questo spettacolo corale realizzato su scala nazionale per ricordare un disastro che rimanda ancora oggi, purtroppo, a tematiche così attuali. Questa azione di teatro civile che affronta una sfida vitale, quella della crisi climatica. La tragedia del Vajont diventa così un punto di partenza per riflettere sulle pratiche di tutela dell’ambiente attraverso azioni che partono innanzitutto dal singoli, da ciascuno di noi, e dalla necessità di un’educazione civile».
VajontS 23 sarà come un canovaccio. Ci sarà chi lo metterà in scena integralmente, chi lo userà come uno spunto e lo legherà alle tante tragedie annunciate che si sono succedute dal 1963 a oggi: in Toscana l’alluvione di Firenze del 1966, in Piemonte si racconterà di quando il Po e il Tanaro esondarono nel 1994, in Veneto delle alluvioni del 1966 e del 2010, in Campania della frana di Sarno del 1998, in Friuli degli incendi del Carso nel 2022, in Alto Adige della valanga della Marmolada del 3 luglio del 2022 e in Romagna dell’alluvione di maggio.
Quattro postazioni, nella Kleine Berlin, alle quali si arriva percorrendo le sue gallerie sotterranee. Un’ambientazione perfetta, un po’ claustrofobica, intimista per lo spettacolo corale Vajonts 23, ideale scenografia per rivivere ad alta voce il testo di Paolini. Nelle gallerie, percorribili grazie al CAT, il Club Alpinistico Triestino che ne cura la gestione, risuoneranno le voci degli attori Zita Fusco, Valentino Pagliei, Leonardo Zannier, Enza De Rose inframmezzate da musica, i passi della ballerina Irene Ferrara e le proiezioni di Mario Bobbio. Percorse le gallerie, alle 22.39, eccola lì, l’acqua con la sua fragorosa potenza. A fare da epilogo sarà l’intervento del prof. Quazzolo che da accademico spiegherà ripercussioni e conseguenze che ebbe quella tragedia nel nostro territorio.
Ingresso libero fino ad esaurimento posti. Prenotazioni sul sito web della Contrada www.contrada.it oppure telefonando allo 040948471 .
Sul sito www.lafabbricadelmondo.org è possibile trovare la mappa completa dei gruppi che hanno aderito e dei luoghi in cui VajontS 23 andrà in scena il 9 ottobre.
La rete di Vajonts 23 nasce da un’idea di Marco Paolini per Fabbrica del Mondo ed è realizzata da Jolefilm con la collaborazione di Fondazione Vajont.
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