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A Trieste il petrolio al primo posto nei traffici portuali

Petrolio in cima agli scambi nel Porto di Trieste

Il bilancio della Siot: anche nel 2019 sbarcati 41 milioni di tonnellate, e per quest’anno non si prevedono flessioni significative

Guardando al passato, il 2019 di Siot, responabile del tratto italiano dell’Oleodotto transalpino, è stato l’anno dei traguardi, con l’arrivo della petroliera numero 20.000 e del miliardo e 500 milioni tonnellate di greggio ricevute dalla sua fondazione nel 1967. E ha confermato una tendenza di sostanziale stabilità – è stato detto nell’incontro di bilancio di inizio anno – anche se vi è stata una flessione nella quantità di greggio sbarcato.
Al terminal marittimo di Trieste il petrolio greggio arriva da tutto il mondo, in prevalenza dal Caucaso. Petrolio che poi viene mandato attraverso l’oleodotto in Austria, Germania e Repubblica Ceca. Nel 2019 ne sono stati sbarcati 41,3 milioni di tonnellate da 465 navi. Un lieve calo rispetto all’anno precedente, quando ne sbarcarono 41,7 milioni, dallo stesso numero di navi. Nel 2017 le navi furono invece 502, i milioni di tonnellate 42,4.
Per il 2020 e per gli anni a venire quali sono le previsioni? “Continueremo a lavorare in sicurezza con grande attenzione al nostro impatto sul territorio – dice il presidente della Siot, Alessio Lulli – e con la consapevolezza che i volumi di greggio che transiteranno da qui ai prossimi anni non saranno significativamente inferiori, pur in presenza di un transizione importante ma necessaria. Questa parte di attività non sarà nel breve impattata. (Rainews)

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