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5G in zona Costalunga, Circolo Miani: addetti senza protezioni e dati contraddittori

Il Circolo Miani di Trieste da sempre attento alle tematiche ambientali e alla vivibilità del nostro territorio, fa sapere in una nota le contraddizioni sorte sulle installazioni in corso del 5G in zona “Coloncovez” (via Costalunga):

Allora le ultime dai ripetitori in costruzione. Si sono mossi i cittadini che hanno parlato con i “costruttori” sul posto (per altro al lavoro senza alcuna protezione anti Covid-19: Prefetto che ci stai a fare?).
Dunque hanno detto che ne debbono installare una “sessantina”, così tanto per gradire.
Ma l’Arpa, immediatamente sentita, ha risposto che per quanto risulta loro si tratta solo “4 o 5 nuovi impianti”. Per quanto risulta a loro per l’appunto.
Subito informati ci siamo mossi anche noi, per quanto permettano le misure giustamente in vigore in questi giorni, e Maurizio Fogar ha prontamente firmato la procura al legale per chiedere l’immediato accesso agli atti in Comune (Coloncovez fà Trieste) e per le conseguenti iniziative da intraprendere.
Tra l’altro l’articolo dell’altro ieri è stato finora letto da 28.000 utenti diretti più tutti quelli, che non possiamo tecnicamente calcolare delle Condivisioni, che sono state 460 dirette più n.? indirette. Ha ottenuto finora 890 “mi piace” diretti e indiretti, e 360 commenti, idem.
Non si può proprio dire che la nostra comunità sia insensibile, lo sono invece, ma non è una novità, gli organi di “disinformazione” e, more solito, la politica tutta.
Una risposta ai pochi difensori a spada tratta e benda su occhi e cervello del 5G a prescindere.
Pericoloso assai affrontare un argomento che bene o male riguarderà tutti noi, direttamente o indirettamente, a colpi di sicumere. Per vedere se la fiamma della nostra cucina è accesa, non ci mettiamo la mano sopra.
E dunque chiedere, come la stessa Comunità Europea ha sancito, l’utilizzo del criterio della massima “precauzione” vista l’assenza di studi credibili e scientificamente imparziali sugli eventuali danni a salute ed ambiente di questa nuova tecnologia è puro buonsenso. Piangere poi, a babbo morto, serve picca e nulla.
E pertanto abbiamo avviato la procedura legale che chiede ad un Comune, silente come sempre, come assenti come sempre sono opposizioni e forze politiche, una ordinanza di moratoria all’installo delle nuove strumentazioni a Trieste, in attesa di risposte certe.
Non sembra chiedere la Luna ma un semplice richiamo alle responsabilità di tutela della salute. Il problema, e non da oggi, è che questa nostra classe dirigente e politica le responsabilità non vuole proprio assumersele.

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