TROPPA CO2? CONFINIAMOLA NEL SOTTOSUOLO
OGS È IL NODO NAZIONALE DEL CONSORZIO EUROPEO CHE RIUNISCE LABORATORI IMPEGNATI NELLO SVILUPPO DI TECNICHE DI CATTURA E STOCCAGGIO GEOLOGICO DELL’ANIDRIDE CARBONICA
Ridurre le emissioni di gas a effetto serra per ridurre il riscaldamento globale. Per raggiungere questo obiettivo, la Comunità Europea punta anche a confinare sotto la superficie terrestre o marittima la CO2. Per questo ha promosso la nascita di una rete di laboratori di eccellenza in materia di cattura e stoccaggio nel sottosuolo dell’anidride carbonica (Carbon Capture, Transport and Storage – CCS).
Si tratta dell’European Carbon Dioxide Capture and Storage Laboratory Infrastructure (ECCSEL) ed è un’infrastruttura di ricerca europea che riunisce laboratori di diversi Paesi impegnati nella messa a punto e nello studio di tecnologie all’avanguardia per poter catturare e immagazzinare in modo controllato la CO2 in formazioni geologiche profonde e contribuire così ad abbassare le emissioni industriali e combattere il cambiamento climatico.
Eccsel National Info Day. L’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale (OGS) di Trieste è stato nominato dal Miur referente e nodo nazionale del network e giovedì 6 luglio ospita l’Info Day per presentare i laboratori di ricerca messi a disposizione dal nostro Paese alla comunità scientifica internazionale per raggiungere questo importante traguardo. “Come nodo italiano, coordineremo l’accesso ai laboratori di Eccsel che si trovano sul territorio nazionale, promuoveremo l’inserimento di nuovi laboratori nel consorzio, il confronto tra i soggetti operanti in Italia nel settore del CCS e iniziative di formazione per i ricercatori” spiega Michela Vellico, tecnologa di OGS e responsabile del nodo nazionale Eccsel.
Meno CO2: una strategia europea. “Il confinamento geologico dell’anidride carbonica è riconosciuto in Italia e nel mondo, anche a livello politico, quale tecnologia da cui non si può prescindere se si vuole raggiungere l’obiettivo del contenimento dell’aumento di temperatura al 2050 entro i 2 C°” commenta Maria Cristina Pedicchio, presidente di OGS. “Poterlo attuare su larga scala richiede il dispiegarsi di forti competenze, il pieno utilizzo dei migliori laboratori esistenti in Europa, e un piano coerente di investimenti per costruirne dei nuovi, secondo un progetto che massimizzi l’uso dei fondi disponibili ed eviti le inutili duplicazioni”.
“Il nostro istituto, che da anni si impegna sul fronte della cooperazione internazionale per la salvaguardia delle risorse naturali e in progetti riguardanti lo stoccaggio della CO2 – continua –, ha il compito di facilitare la partecipazione del sistema italiano a questa nuova infrastruttura, che si è appena costituita come European Research Infrastructure Consortium (Eric). L’Eric è uno strumento giuridico promosso dal Parlamento Europeo per semplificare e sostenere la realizzazione di infrastrutture dello Spazio Europeo della Ricerca, renderle pienamente operative e permettere alla comunità scientifica internazionale di avere accesso ai laboratori del network”. La sede legale di Eccsel è a Trondheim, in Norvegia, ma l’Eric si appoggia a Nodi nazionali distribuiti nei cinque Paesi finora firmatari dell’accordo (Norvegia, Olanda, Regno Unito, Francia e Italia).
A Trieste, Panarea e Latera i laboratori OGS. Avviato come progetto fin dal 2007, nell’ambito delle fasi preparatorie Eccsel ha visto la nascita in Italia di due nuovi laboratori naturali gestiti da OGS, a Panarea e a Latera (in provincia di Viterbo, verrà inaugurato nel corso dell’estate), dove condurre sperimentazioni di monitoraggio e valutazione dei potenziali impatti sugli ecosistemi di eventuali fuoriuscite di CO2 dai siti di stoccaggio.
“A Panarea e Latera – spiega Vellico – vi sono fuoriuscite naturali di CO2 che offrono un’opportunità unica per studiare in dettaglio i meccanismi di trasporto della CO2 negli strati più superficiali del terreno; testare strumenti innovativi per il monitoraggio di fuoriuscite di CO2, a terra e a mare; misurare l’impatto delle fuoriuscite di CO2 sugli ecosistemi terrestri e marini e valutare l’efficacia di strategie di monitoraggio a breve, medio e lunghissimo termine. Aspetti di cruciale rilevanza per valutare possibili scenari di risk management in relazione al confinamento geologico dell’anidride carbonica”. I due laboratori sono dotati anche di strumenti di monitoraggio fissi (a terra e nel sottosuolo a Latera, in mare a Panarea) utilizzabili tramite internet, che consentono dunque di realizzare esperimenti in modalità remota.
“Il laboratorio di Panarea è stato inaugurato nel 2015 ed è all’avanguardia per gli studi sul CCS e sull’acidificazione del mare – spiega Cinzia De Vittor, ricercatrice OGS e responsabile del laboratorio Eccsel a Panarea-. E in questi anni ha già ospitato diverse campagne di ricerca grazie al meccanismo del Transational Access: in altre parole ricercatori e partner industriali possono usufruire dei laboratori grazie a finanziamenti europei erogati ad hoc”.
“Complessivamente – conclude Vellico – sono cinque le infrastrutture che OGS mette a disposizione di Eccsel utili al monitoraggio dei siti di confinamento della CO2: oltre ai laboratori di Latera e Panarea, il Biomarine Lab di Trieste, il nostro aeromobile equipaggiato con strumenti per il telerilevamento e il DeepLab Sea Floor Lander, uno strumento che consente di acquisire in continuo dati oceanografici a livello del fondale marino ”.
Il National Info Day si terrà giovedì 6 luglio nella sede OGS di Sgonico (TS), Borgo Grotta Gigante 42/C (sala Michelato) con la partecipazione di Sotacarbo, Società Tecnologie Avanzate Low Carbon S.p.A che si occupa di ricerca, sviluppo e dimostrazione di tecnologie innovative e avanzate nel settore dell’energia e dello sviluppo sostenibile ed è partner di Eccsel.