La tradizione originale del periodo natalizio, pregna di riflessione e spiritualità, è stata convertita nei tempi recenti in uno sfoggio di opulenza e di grandi libagioni. Il sacrificio di una vastità di animali, ricorrente nelle feste, è particolarmente osteggiato dagli animalisti, che intervengono in una nota (P.A.I.):
Il periodo natalizio porta gioia e celebrazioni per gli umani, ma per milioni di animali, diventa un momento critico legato alla loro sopravvivenza. Le tradizioni culinarie natalizie spesso coinvolgono la preparazione e il consumo di carni, mettendo gli animali al centro di un ciclo di vita che si conclude con la morte.
Le festività sono caratterizzate da abbondanti pasti, ma dietro la tavola imbandita si celano storie di animali sacrificati per soddisfare le tradizioni culinarie. Molti di loro vengono allevati in condizioni industriali, sottoposti a trattamenti inumani prima di raggiungere la tavola natalizia.
Il consumismo associato al Natale aumenta la richiesta di prodotti di origine animale, contribuendo a un ciclo che perpetua la sofferenza degli animali.
Mentre le famiglie si riuniscono per festeggiare, essi diventano vittime silenziose di un sistema che spesso li considera come risorse anziché individui capaci di provare dolore e paura.
Il Natale può diventare un’opportunità per riflettere sulle scelte alimentari e sulla compassione nei confronti degli esseri viventi. Le decisioni consapevoli possono contribuire a creare un’atmosfera festiva più sostenibile e rispettosa nei confronti di tutte le forme di vita sulla Terra.
Fabio Rabak
Coordinatore regionale PAI
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