Spetta a Elena Brovedani del ristorante stellato Laite di Sappada il premio come Miglior Sommelier dell’anno
E’ la sappadina Elena Brovedani la sommelier dell’anno 2023 per la guida Gambero Rosso. Classe 1997, diplomatasi al Liceo linguistico, dopo un periodo all’estero per approfondire a conoscenza delle lingue straniere, Elena, figlia di genitori “importanti” nel settore dell’ enogastronomia (sua madre è la chef stellata Fabrizia Meroi e il padre era Roberto Brovedani, maître d’eccezione e già sommelier dell’anno per la guida de L’Espresso, mancato prematuramente 2 anni fa) oltre alla “scuola Brovedani” frequenta un corso di sommelier a Parma e, fino al 2019, anno in cui assume il ruolo di sommelier al ristorante di casa, lo stellato Laite di Sappada, affronta diverse esperienze lavorative nel settore dell’enologia, in giro per l’Italia, maturando quelle competenze e sviluppando al meglio il suo talento che le è valso oggi il titolo di sommelier dell’anno per la guida Gambero Rosso.
“I miei genitori mi hanno aperto le porte a questo mondo, in punta di piedi, lasciandomi sempre il libero arbitrio e trasmettendomi i giusti valori e il senso del lavoro.- racconta Elena – Sono stata fortunata ad avere dei punti di riferimento come i miei genitori che hanno saputo prendermi per mano ed accompagnarmi nel mio percorso assecondandomi sempre, anche lasciandomi sbagliare. Devo tutto a mia madre, la colonna portante della famiglia, e a mio padre, la mia linfa vitale che mi è stata strappata troppo presto, ma cerco sempre di rendergli onore rispettando sempre il prossimo, dedicandomi al mio lavoro con passione e dimostrando sempre grande umiltà, dal momento che non si è mai arrivati e non si finisce mai di imparare. Hanno creato un sogno insieme e io cerco ogni giorno di prendermene cura facendo il massimo.”
Elena, che si distingue anche per la sua bellezza e per la grazia che la accompagna nell’atto di accogliere gli ospiti al Laite e nel racconto dettagliato e appassionato, quasi fiabesco, dei vini che propone, è molto legata alla sua Sappada, ed è difficile immaginarla proiettata professionalmente altrove. Le abbiamo chiesto, tuttavia, quali possano essere i suoi progetti. “Cerco di non pensare troppo al domani ma di vivere il presente e concentrarmi su ciò che faccio, cercando di arricchirmi ogni giorno con nuove nozioni ed esperienze per poter garantire il miglior servizio possibile innanzitutto per far star bene le persone che decidono di venire da noi. Con mamma ed i ragazzi che lavorano con noi c’è una bella sinergia e ringrazio ognuno di loro per i risultati che stiamo ottenendo dal momento che è un lavoro di squadra ed ogni elemento è fondamentale. In particolare modo ringrazio Ovidio che mi è stato affianco nel momento più critico della mia vita aiutandomi a gestire la cantina e a pensare ai migliori abbinamenti con la cucina di mamma”. E si capisce come, a proposito di etichette, quella che spesso le è stata attribuita di “figlia di Roberto” non possa che essere il più grande complimento rivolto al padre. Un dna di famiglia che fa brillare nel mondo la piccola località di Sappada! (www.nordest24.it)
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