Casino bonus senza deposito non AAMS possono ottenere nuovi giocatori e giocatori abituali.
 

Concerto sinfonico del Verdi una serata tutta russa

Col 4° concerto sinfonico del Verdi una serata tutta russa per il giovane solista Ettore Pagano e il direttore americano Kevin Rhodes

Ettore Pagano concerto sinfonico teatro verdi di trieste

Ettore Pagano

STAGIONE SINFONICA 2023 DEL TEATRO G. VERDI DI TRIESTE
Dal 9 settembre al 22 dicembre 2023


4° CONCERTO
Sabato 23 settembre 2023 ore 18.00

Direttore KEVIN RHODES
Violoncello ETTORE PAGANO

Pëtr Il’ič Čajkovskij
Pezzo capriccioso per violoncello e orchestra op. 62
Nocturne – trascrizione per violoncello e orchestra del n. 4 dei Six Morceaux per pianoforte, op. 19
Variazioni su un tema rococò per violoncello e orchestra op. 33

Sergej Vasil’evič Rachmaninov Sinfonia in mi minore n. 2 op. 27

Orchestra della Fondazione Teatro Lirico Giuseppe Verdi di Trieste

Giunge a Trieste la celebrata bacchetta americana di Kevin Rhodes, noto principalmente per le sue direzioni di musica per balletto, sia nella Vienna di Renato Zanella sia alla Scala di Milano e all’Opera di Roma, con collaborazioni prestigiose come Pina Bausch, Manuel Legris, Roberto Bolle in un curriculum che spazia su tutti i repertori con una predilezione spiccata per quelli russi, come nell’impaginato di Trieste per il quarto concerto della stagione sinfonica. Sul palco con lui il giovanissimo violoncellista romano Ettore Pagano, già assai apprezzato lo scorso anno in città per il suo indubbio virtuosismo e una spiccata maturità artistica in contrasto con i suoi vent’anni di enfant prodige.

La prima parte della serata presenta tre brani poco frequentati di Čajkovskij per violoncello ed orchestra, frutto delle collaborazioni tra il 1887 e il 1889 con due dei più celebri solisti del suo tempo, il tedesco Fitzenhagen e il russo Brandukov, ove il clima sognante, malinconico della dolente maturità dell’autore e le difficoltà virtuosistiche per il violoncello assicureranno al pubblico del Verdi un’esperienza di forte impatto e la riscoperta di un Čajkovskij meno noto ma sempre trascinante.

Alla vecchiaia del Čajkovskij che riscopre Mozart a Parigi a casa di Pauline Viardot con un autografo del Don Giovanni che lo porta alle lacrime e i cui echi di rinnovato amore si ritrovano nel classicismo delle Variazioni su un tema rococò, si accosta la monumentale Sinfonia in mi minore n. 2 op. 27 di Rachmaninov anagraficamente maturo, ma ancora giovane come compositore. Fu infatti con questa sinfonia, composta a Dresda per fuggire i tumulti rivoluzionari, che nel 1908 Rachmaninov ottenne il suo primo vero successo come compositore sinfonico, nonostante l’importante lunghezza dell’opera, quasi un’ora di musica e perciò fino al 1970 eseguita solo con ampi tagli ma oggi sempre riproposta per intero.

La sinfonia è inoltre ricca di momenti di grande impatto emotivo tanto che negli anni è stata letteralmente saccheggiata dal cinema, ad esempio nella colonna sonora del quattro volte Oscar e due volte Golden Globe “Birdman” di Iňarritu, dal jazz fino al pop più mainstream, come nella celebre querelle per la famosissima canzone Never Gonna Fall in Love Again di Eric Carmen, che perse la causa per il plagio del tema principale del terzo movimento.

Dunque un concerto che attraverso le ampie frequentazioni slovene di Rhodes e la scelta del repertorio, rinsalda le radici multiculturali dell’Orchestra e del teatro Verdi, nell’ottica di stagioni sempre più radicate nell’humus della civiltà danubiana di cui oggi Trieste torna ad essere capitale importante.

Condividi
Per poter migliorare e aggiungere contenuti di qualità riguardanti la nostra amata Trieste, puoi effettuare una donazione, anche minima, tramite Paypal. Ci sarà di grande aiuto, grazie!

You may also like...

Almanacco News