I serpenti, preziosi alleati.
Con il sopraggiungere della primavera anche i rettili si risvegliano dalle loro tane e riacquistano forza con i primi raggi di sole.
Questi animali compaiono sempre più di frequente in campagna, sui monti e nel nostro Carso, scontrandosi inevitabilmente con gli esseri umani che li frequentano.
Serpenti in Italia: quali sono quelli innocui?
Quali sono quelli velenosi?
Durante la bella stagione aumentano le escursioni e i picnic all’aria aperta, durante i quali potremmo fare spiacevoli incontri. Sebbene trovarsi faccia a faccia con un serpente possa spaventare, in Italia sono pochissime le specie pericolose e non è così semplice farsi mordere da un serpente.
I rettili in generale, ma in particolare i serpenti, provocano nella maggior parte degli esseri umani una paura tanto ancestrale quanto ingiustificata.
La figura del serpente è, fin dai tempi remoti, protagonista della natura e dell’immaginario umano, dei culti religiosi e di antiche tradizioni, di folklore e vecchie leggende popolari e contadine.
Si parte dai vecchi riti pagani e delle antiche religioni, che lo veneravano come divinità, e alcune lo fanno ancora oggi, per passare poi a cenni nelle Sacre Scritture, nei racconti di avventurieri esploratori, nei libri di scrittori vari e infine nelle narrazioni della vita di campagna dei nostri nonni.
Il serpente è sempre visto con atavica paura e quasi sempre, innocuo o velenoso che sia, conosce una triste sorte ovvero un forcone o un bastone pronto a colpire per sopprimere. Questo atteggiamento è figlio anche dell’ignoranza e si dimentica che questi rettili hanno un preciso ruolo in natura, che riveste una grande utilità anche per le coltivazioni.
E’ utile conoscere abitudini e fattezze di questi rettili striscianti, in particolare di quelli italiani, per sapere come comportarsi quando li incontriamo, per non farsi spaventare inutilmente e imparare a conviverci il più possibile.
In passato diverse iniziative hanno tentato di smentire la brutta fama a loro attribuita e campagne d’informazione hanno scoraggiato gli avventori ad ucciderli.
Detto ciò non uccidiamo questi animali che, come sappiamo, sono fondamentali per l’equilibrio dell’ecosistema e tengono sotto controllo insetti e roditori e animali infestanti.
Tuttavia è comprensibile la paura del morso della vipera, ma è doveroso rammentare che non tutte le specie di serpenti presenti sul territorio italiano sono velenose: in Italia persistono sul territorio alcune razze di vipere, tutte velenose, ma anche diverse specie di colubri, serpenti innocui.
Spesso i serpenti vengono uccisi senza pensare, ignorando che la maggior parte di questi rettili in Italia è innocua e priva di veleno, anche le tanto temute vipere quando non vengono disturbate, si danno alla fuga.
Oltre che un inutile atto di crudeltà, l’uccisione di una biscia priva l’orto di un naturale difensore, che sappiamo essere instancabile predatore di arvicole e topi, che spesso rovinano le coltivazioni.
Tralasciando per un attimo l’etica e l’ambiente, dal punto di vista legale tutte le specie selvatiche di serpenti italiani sono protette da diverse leggi da regione a regione. In più, a livello statale e internazionale concorrono la convenzione di Berna (Convenzione per la conservazione della vita selvatica e dei suoi biotopi in Europa), la direttiva Habitat e in alcuni casi anche la CITES (Convenzione sul commercio internazionale delle specie minacciate di estinzione) a proteggere le varie specie di serpenti, quindi.
L’uccisione, ma anche solo il maltrattamento, la cattura o la manipolazione non autorizzata dei serpenti selvatici italiani sono perseguibili per legge.
Oltre all’uccisione deliberata di questi animali, il problema sta nell’impoverimento dell’ambiente: ogni animale, ogni vegetale, ogni organismo vivente concorre a un delicatissimo equilibrio dell’ambiente che ci circonda. Togliere un anello, seppur apparentemente inutile, da questa catena, , comporta degli squilibri che possono avere degli effetti a cascata, sebbene non sempre percettibili da noi, che impoveriscono l’ambiente e si ripercuotono a lungo andare su noi stessi, che ne facciamo parte.
Riguardo alla possibilità di attacchi di questi animali verso l’uomo bisogna tener conto che il serpente non aggredisce mai per puro desiderio di mordere o arrecare molestia: il rettile scatta in attacco solo quando si sente minacciato, oppure se nelle vicinanze ha dimora il suo nido con le uova.
Anche la vipera, che pure ha un’aggressività più accentuata, come tutti i serpenti non gradisce la presenza dell’uomo e tende soprattutto a evitare il contatto con la fuga.
Quanto al morso delle vipere non è sempre velenoso, infatti la vipera preferisce spesso conservare il suo veleno per le prede da divorare e capita che morda l’uomo senza far fuoriuscire le zanne velenifere, in tal caso si parla di “morso secco”.
Questo articolo vuole essere un invito a imparare a conoscere e a rispettare i serpenti. Questo non significa dimenticare la prudenza: il rischio di un morso di vipera esiste e non bisogna prenderlo sotto gamba. È necessario però contestualizzare questa eventualità e non trasformare la paura in un’irrazionale demonizzazione di tutti i rettili, che porta ad ucciderli “sparando a vista”.
Uccidere a priori ogni serpente che si incontra è un atteggiamento sciocco e sbagliato, sia dal punto di vista etico che nell’ottica di mantenere un ecosistema utile anche a chi coltiva, in particolare all’agricoltore biologico.
Le vipere hanno un corpo più “tozzo” rispetto alle specie innocue, così come anche la coda è molto meno “longilinea”.
Le Vipere hanno la pupilla verticale (essa è presente anche in Telescopus fallax o “Serpente Gatto europeo”, ma questo, pur essendo velenoso, non è pericoloso per l’uomo), i serpenti innocui hanno la pupilla tonda.
Le Vipere hanno un capo grossolanamente di forma triangolare con tante piccole squame, i Serpenti non pericolosi nostrani l’hanno più arrotondato (simile a quello di una Lucertola) e con poche grandi squame).
Per ridurre il rischio di morsi è necessario prendere alcune precauzioni: indossare protezioni
adeguate quando si cammina nell’erba alta, fare rumore per spingere eventuali serpenti alla fuga mediante vibrazioni sul terreno, non infilare le mani in buchi scuri senza prima controllare cosa c’è dentro, prestare particolare attenzione nei pressi di pietraie e corsi d’acqua, dove i serpenti vanno ad abbeverarsi.
In caso di morso, che si tratti di serpenti velenosi o meno, è necessario recarsi al pronto soccorso per prevenire il rischio di infezioni.
Mantenere la calma alla vista di un serpente può risultare difficile, specie in caso di fobie, ma è necessario cercare di non perdere la testa per salvaguardare al tempo stesso il
proprio benessere e quello dell’animale.
Di tutti i rettili in pericolo, un numero consistente appartiene ai serpenti, il 19%. Le principali cause sono sicuramente attribuibili all’attività umana. Nella ricerca si specifica anche come 257 specie nel mondo sono minacciate da mammiferi invasivi, ovvero animali, spesso importati dall’uomo, che cacciano e si nutrono di questi animali o che competono con loro per le risorse alimentari. In fine c’è il riscaldamento globale: in molte specie di rettili, inclusi i serpenti, il sesso biologico è determinato dalla temperatura, e se quest’ultima aumenta rischia di far saltare le proporzioni tra maschi e femmine nelle popolazioni.
Molte popolazioni di serpenti e in alcuni casi addirittura specie, sono minacciate e/o sono a rischio di estinzione.
In Italia secondo alcuni studi, ben oltre il 50% degli ofidi italiani è seriamente minacciato e potrebbe andare incontro ad un pericoloso declino.
I serpenti sono sempre più al centro degli interessi scientifici e conservazionistici in quanto considerati eccellenti indicatori dello stato di salute dei vari habitat terricoli e delle acque dolci e, dunque, di grande importanza per la gestione delle aree naturali e delle aree protette.
Per questi motivi è fondamentale preservare e conservare questi animali e iniziare attivamente a ricostruire il nostro immaginario collettivo: non più spaventosi e viscidi consiglieri come Sir Biss ,il sottoposto del Principe Giovanni del film Disney Robin Hood oppure Jafar, il manipolatore e ossessionato dal potere antagonista di Aladdin che, verso la fine della storia, si trasforma in un gigantesco cobra incappucciato, ma, al contario, preziosi animali dal fascino misterioso sui quali abbiamo ancora molto da imparare.