Trieste 11 luglio 2022 – Oggi vogliamo riportare la testimonianza di un “addetto ai lavori”, Francesco Cocco, riguardo i percettori del Reddito di Cittadinanza. Per fare chiarezza su questo amato/odiato contributo:
“In quanto responsabile di un patronato a Trieste credo che pochi abbiano visto tanti percettori di RdC quanti il sottoscritto e gli altri operatori di patronato.
Innanzitutto i “giovani che prendono il RdC per stare sul divano” difficilmente esistono, perché quel divano è a casa di mamma e papà e bisogna tener conto del l’isee del nucleo familiare. Se ha i requisiti per il RdC vuol dire che TUTTA la famiglia versa in situazione di ESTREMA difficoltà.
Un’altra leggenda è legata agli importi. Molti pensano che il RdC sia un importo fisso, invece dipende dall’isee. Tantissimi RdC sono di poche centinaia di euro, giusto l’importo per avere un po’ di respiro per la spesa. Niente di più.
Con il RdC non si può rifiutare (a meno di situazioni particolari, per esempio un posto di lavoro a 100km da casa…) così semplicemente un contratto di lavoro, quindi gli imprenditori che si lamentano dovrebbero spiegarmi che contratto propongono (se si parla di contratto logicamente).
Il RdC è fatto bene? Assolutamente no. L’istituzione del RdC doveva funzionare grazie al miglioramento dei centri per l’impiego e ai famosi “navigator”. Senza questi ultimi 2 punti, l’istituzione del RdC è incompleta.
Certo, questa è un’esperienza/statistica fatta in “casa mia”, ma se vogliamo accusare qualcuno, prima del RdC ci sono:
– chi fa lo sconto basta non chiedere fattura;
– chi si mette in malattia per farsi dei giorni di riposo extra (eh già, sono in molti e rubano soldi all’inps e quindi alla comunità);
– tutti coloro che creano nuclei familiari diversi dalla realtà per avere agevolazioni (ater per esempio…);
– ecc…”
Francesco Cocco
Caf e Patronato – 50&Più
Trieste
