Così il vicepresidente del Consiglio regionale Francesco Russo in un post su Facebook:
“Nei giorni scorsi ho ricevuto il più bel regalo di compleanno di sempre.
Come sapete, un anno fa, all’improvviso, la vita ha deciso di mollarmi un cazzotto di quelli che ti fanno finire al tappeto. Un tumore al pancreas è una diagnosi che spesso non lascia molte speranze e ti toglie il fiato, ti stordisce, ti fa sperimentare cosa vuol dire avere paura per te e per i tuoi cari.
Sono momenti in cui – chi ci è passato lo sa bene – ti sembra che la malattia sia più grande di te, ti toglie le energie, l’entusiasmo, la forza di programmare il futuro.
Ho scelto dall’inizio di non nascondere le mie condizioni: mi avete visto appena uscito dall’ospedale dimagrito di 10 chili.
Ho cercato di continuare la mia normale vita “pubblica” anche nei mesi successivi che sono stati durissimi: 11 cicli di chemio accompagnati da varie terapie e da “miscele” di erbe e prodotti naturali (non proprio gradevoli al gusto) da prendere dopo ogni pasto.
Ai corsi di management ti insegnano che devi “vivere ogni giorno come se fosse l’ultimo”: non mi sono dovuto impegnare molto per immedesimarmi nella parte perché quando lotti con un tumore è proprio così che ti senti.
Per fortuna fin dal primo controllo le cose sono andate per il verso giusto: il tumore regrediva di visita in visita, a tal punto che la mia dottoressa, tra il serio e il faceto, ha esclamato: “il suo pancreas ci ha stupito con effetti speciali!”.
Anche durante i mesi più difficili non ho mai smesso di lavorare e di proseguire il mio impegno per la città: è stato un modo per reagire ma ammetto che in molti momenti ho avuto più dubbi che certezze, alimentati anche dalla preoccupazione di tante persone vicine che mi hanno chiesto se ne valesse davvero la pena.
Non avevo risposte convincenti da dare, ma qualcosa dentro di me continuava a dirmi di non mollare. Non mi sono pentito: in questi mesi anche grazie a Punto Franco ho scoperto l’affetto, la stima e la vicinanza di tante persone, molte delle quali mai incontrate prima.
Momenti semplici ma speciali, piccole attenzioni, un sorriso discreto, una pacca di incoraggiamento o poche parole alla fermata del bus: “in bocca al lupo”, “preghiamo per lei”, “coraggio, la aspettiamo e facciamo il tifo”.
Voglio davvero ringraziarvi per questo, perché, assieme alla famiglia, agli affetti più cari e alla certezza che c’è sempre un Senso anche in ciò che sembra non averne, questa vicinanza mi ha dato la carica necessaria per affrontare i momenti difficili.
Gli ultimi mesi sono stati, anche se in maniera diversa, comunque pieni di incertezze: sapevo che le cose stavano andando meglio, il tumore continuava a regredire ma era sempre lì. Un compagno di viaggio silente, ormai molto piccolo, ma comunque ingombrante.
A tutti quelli che, magari con un po’ di giustificata impazienza, mi chiedevano se avessi intenzione di candidarmi, non potevo dare risposte definitive: a me piace prendere un impegno solo quando so di poter onorare le mie promesse.
Con questo spirito sono partito per Verona la scorsa settimana: consapevole che, in caso di risultati ancora incerti, avrei comunicato il mio passo indietro. Tirarla ancora per le lunghe non sarebbe stato né onesto, né rispettoso per i tanti che riponevano fiducia in me.
Sono stati giorni frenetici in cui gli scenari sono mutati più volte: dalla necessità di affrontare un’operazione, all’ipotesi di periodi lunghi di radioterapia, fino all’esito degli esami decisivi.
Quello che ho provato quando mi hanno comunicato che l’ultima PET era “pulita” è difficile da descrivere: un mix di gioia, liberazione e grande commozione.
Il tumore era completamente scomparso.
Scusatemi se ho messo a dura prova la vostra pazienza ma è stata una battaglia davvero tosta.
Adesso sono pronto ad affrontare le nuove sfide. E non vedo l’ora di iniziare”.