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Appello Federalberghi: urgenti nuove misure per un settore che vive estate da dimenticare

Hotel Duchi d'Aosta

Ferie estive per meno della metà dei triestini, permanenze comunque più brevi, in calo pure la “vacanze mordi e fuggi” e budget per il relax decisamente più contenuto dello scorso anno.

Scorrendo i vari indicatori, emerge subito come, una vacanza “lunga” se la concederà meno della metà dei triestini (46%), con un – 20% sull’estate 2019, e un decremento del 10% anche della durata del soggiorno. In forte calo (appena 2% contro il quasi 10% di dodici mesi fa) pure il numero di quanti che, oltre alla tradizionale “quindicina”, non rinunciano solitamente, almeno in paio di occasioni, a weekend lunghi o comunque a permanenze “mordi e fuggi”.

Il minor numero di pernottamenti fuori casa, per quanti ovviamente potranno allontanarsi dalla residenza abituale, sarà dettata dal budget più ridotto rispetto all’anno scorso (60,6%), dalle poche ferie rimaste in quanto parte delle stesse è stata consumata durante il Lockdown (59,8%) e dalla mancata chiusura dell’azienda di appartenenza (16,1%).

I giorni di riposo fuori casa (nel 66,3% dei casi afferenti il mese di agosto) saranno comunque trascorsi quasi esclusivamente all’interno dei confini nazionali (96,2%), con il 56,6% deciso a restare nella propria regione e un altro 22,6% che si limiterà a recarsi in territori contermini.

L’analisi pone l’accento anche sul calo della spesa media che, all inclusiv, evitando di andare all’estero, sarà di 673 Euro a persona (1.600 all’estero), con un calo ragguardevole rispetto agli 837 Euro del 2019 e da cui deriverà un decremento complessivo del 34% su base tendenziale corrispondente a oltre 7,5 miliardi di Euro. Circa la location del soggiorno, la maggior parte dei vacanzieri sceglierà l’albergo ( 24,7%, essenzialmente perché ritenuto preferibile in termini di assistenza in caso di necessità e di sicurezza) che precederà le casa di parenti o amici (22,1%), quelle, seconde, di proprietà (15,4%) e i B&B (14,2%).

A fronte delle prospettive è chiara l’urgenza del varo di misure normative e risorse atte a scongiurare un drastico assottigliamento del tessuto produttivo del settore ed una conseguente crisi occupazionale di enormi proporzioni.

Tra i provvedimenti ritenuti prioritari la proroga sino a fine 2020 della Cassa Integrazione, una riduzione del cuneo fiscale per le imprese che richiamano in servizio il personale, l’estensione dei supporti, quanto a IMU ed affitti, a tutte le strutture alberghiere e finanziamenti ad hoc per consentire ammodernamento e riqualificazione degli hotel, indispensabili per incrementarne competitività ed appeal.

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