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Troppi morti nelle case di riposo, Riccardi: “saranno luoghi di vita non di sofferenza”

Riccardo Riccardi

Riccardi non ci sta, e davanti ai numeri raccapriccianti non sopporta l’idea che le case di riposo siano diventate dei luoghi di contagio, malattia e morte. “Cordoglio e vicinanza a tutti coloro che hanno perso i propri cari e grazie a chi ha combattuto la battaglia per contenere il Covid-19: il personale sanitario, i volontari della protezione civile, le forze dell’ordine e i sindaci, come quello di Mortegliano, che hanno avuto la forza di fronteggiare una situazione difficile, inedita e imprevedibile, spesso mettendo a repentaglio la propria vita. Il mio impegno e quello della Regione è volto a far sì che le strutture per anziani diventino sempre di più luoghi di vita e non di sofferenza, nelle quale le persone ospitate ricevono cure adeguate a garantire le migliori condizioni di salute possibile. Si tratta di una scelta di civiltà, perché una società come la nostra, nella quale si ha la fortuna di vivere una vita più lunga rispetto al passato, deve garantire modelli organizzativi capaci di dare risposte ai reali bisogni di salute degli individui”.

È con queste parole che il vicegovernatore della Regione con delega alla Salute, Riccardo Riccardi, ha espresso la vicinanza dell’Amministrazione regionale alle famiglie delle persone affette da Covid-19 decedute alla casa di riposo di Mortegliano, durante Santa Messa officiata questa mattina dall’Arcivescovo di Udine, Andrea Bruno Mazzocato, nel giardino della struttura, proprio in ricordo degli ospiti della struttura defunti negli scorsi mesi.
E’ evidente che il covid-19, ha reso palesi limiti e criticità non tanto della singola struttura, ma dell’intero sistema di “collocazione” degli anziani, sistema che andrebbe ripensato alla base se effettivamente si vuole rendere accettabile l’untima fase della vita per persone che, occorre sempre ricordarlo, hanno dato spesso un contributo enorme al progresso e al benessere degli italiani e che spesso sono stati dimenticati soprattutto dalle istituzioni diventando un “centro di costo”, un peso per l’economia che li ha espulsi dalla vita sociale parcheggiandoli come fossero auto che consumano e magari inquinano troppo.

Durante l’omelia monsignor Mazzocato ha voluto ricordare il ruolo svolto nel contrasto al virus dagli operatori sanitari, dalla Protezione civile e ha sottolineato come la sofferenza di questi mesi abbia messo in luce l’importanza di stare vicini e accompagnare i propri cari anche nel momento del trapasso.

Il sindaco di Mortegliano, Roberto Zuliani, a fianco del quale erano presenti anche i primi cittadini dei Comuni limitrofi, ha quindi espresso il proprio ringraziamento all’Amministrazione regionale e al sistema sanitario per il supporto garantito nella gestione dell’emergenza e rimarcato come questo abbia permesso di contenere la diffusione del virus.

Riccardi ha ricordato che “la struttura per anziani di Mortegliano è stato uno dei luoghi nei quali la malattia ha colpito in maniera pesante e di fronte alla morte e al dolore serve a poco ricordare che in Friuli Venezia Giulia il virus è stato contenuto più che in altre zone. Questa guerra contro un nemico invisibile e sconosciuto non è però ancora finita ed è quindi fondamentale continuare ad adottare comportamenti che ci aiutino a superare definitivamente le difficoltà degli ultimi mesi, a partire dalla sofferenza di chi si è ammalato e dei loro cari, che in alcuni casi non hanno potuto nemmeno essere loro accanto negli ultimi istanti di vita”.

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