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Spiagge libere di Lignano e Grado, guerra ai lettini incustoditi: sequestri a tutto spiano

A Lignano a Grado è guerra dichiarata alla spiaggia libera “prenotata” in maniera furba, lasciando in loco le attrezzature. Parte così il sequestro di lettini e ombrelloni lasciati in spiaggia la sera.

“Vogliamo soltanto garantire una fruizione equa delle spiagge libere. E quest’anno, con le nuove normative legate al coronavirus, bisogna adottare qualche attenzione in più”. Parola di Raimondo Porcelli, comandante dell’Ufficio marittimo di Lignano Sabbiadoro. Ha fatto molto scalpore, ultimamente, il sequestro di 170 attrezzature da spiaggia – tra ombrelloni, sdraio e altro – lasciate “allo stato brado” sull’arenile in momenti non consentiti.

A Lignano, il sindaco Luca Fanotto ha firmato un’apposita ordinanza che impone, dopo le 19, di non lasciare alcuna attrezzatura sulla sabbia, ovviamente sulle spiagge libere. “Abbiamo il compito, applicando il buon senso, di far rispettare la misura – aggiunge Porcelli -. Occupare l’area con materiale non autorizzato, oltretutto, va contro la norma legata al rispetto del pubblico demanio marittimo. Di fatto, è abusivismo demaniale”. A ciò, aggiungiamoci che il primo cittadino deve far anche rispettare le linee guida nazionali in materia di distanziamento sociale, oltre al divieto di assembramento, varate dopo la pandemia da coronavirus.

Va chiarita una cosa. A Lignano Sabbiadoro, quest’estate, ci sono 6 spiagge libere, una in più del numero usuale dopo che la Getur ha messo a disposizione un tratto di arenile vicino all’Ufficio spiaggia 19. Pur con questo incremento, gli spazi sono minori proprio per le prescrizioni legate al Covid-19: il Comune di Lignano ha posizionato i picchetti sulla spiaggia libera per segnalare dove posizionare gli ombrelloni.

Dopo aver monitorato il quadro, nei giorni scorsi è stato deciso il blitz da parte di Capitaneria di porto e Polizia locale per il sequestro dell’attrezzatura abbandonata sulla sabbia dopo l’imbrunire. “Ma è un’attività – si affretta a precisare il comandante – che abitualmente eseguiamo per due/tre volte a stagione. In questo caso, vista la situazione legata al coronavirus, abbiamo voluto ancor di più garantire a tutti la possibilità di avere un posto nella spiaggia libera, nel nome di una equa turnazione”. I sequestri sono stati svolti anche gli scorsi anni “e il numero di attrezzature rinvenute era lo stesso di quello recente” aggiunge Porcelli. Ci saranno altre operazioni durante l’estate? “Certamente, soprattutto se riscontreremo poco senso di responsabilità da parte dei bagnanti. Ogni quanto le faremo? Dipende, appunto, dalla situazione che riscontreremo”.

Una volta sequestrato il materiale, chi vorrà rientrarne in possesso dovrà recarsi nella stazione di Polizia locale a rivendicarne la proprietà. Ma l’Ufficio marittimo di Lignano fa sensibilizzazione sui corretti comportamenti da tenere in spiaggia libera? “Quotidianamente, assieme alla Polizia locale – conclude Porcelli -. Riceviamo decine di telefonate, a volte addirittura centinaia, in una sola giornata e forniamo tutte le informazioni del caso. In più, all’ingresso delle spiagge libere ci sono cartelli che specificano in modo chiaro cosa si può e non si può fare”.

Non soltanto a Lignano, però, è così. Anche a Grado è in vigore un’ordinanza, la 143/2020, che impone di rimuovere materiale dall’arenile libero dopo il tramonto. Anche a Marina Julia, località legata a Monfalcone, c’è attenzione su chi lascia per ore la propria attrezzatura in spiaggia libera, pregiudicando magari ad altri il piacere di qualche ora sotto il sole.

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