Niente. Abbiamo creduto sulla persistenza della nuova stirpe dei runners cittadini, nonostante la libertà vigilata; invece ci siamo dovuti ricredere. Il fenomeno è stato più transitorio di quanto ci si aspettasse. Le ipotesi sono tante, la più gettonata è quella dell’estensione delle attività motorie all’interno dei confini regionali con annesso spostamento in automobile. In effetti è molto meglio correre a Ravascletto o al limite a Basovizza che in via Piccardi, e fin qui ci siamo. Ma serpeggia tra i più cinici l’idea che le attività motorie siano un pretesto per poter uscire di casa: non perché sia bello uscire di casa, ma per il concetto di ripristino di uno sprazzo di libertà (piccola oasi) all’interno di una grande gabbia che ci è piovuta addosso. In fin dei conti c’è chi, nei tempi cupi della fase 1 andava a fare la spesa 10 volte al giorno, chi faceva pisciare il cane 10 volte al giorno, e via dicendo. Insomma, un crescendo di creatività per ottenere l’agognata “ora d’aria”.
Dopo l’attuale fase 2, forse in giugno, saremo pure stufi di andare in visita ai parenti, di curare orti lontani e calafatare barche a iosa, e anche questi nuovi “fenomeni” spariranno d’incanto.
DISCLAIMER
Questa NON è una notizia. Non è un pezzo giornalistico. Non è la Verità. Questo scritto serve solo a strappare un sorriso, per chi ancora ci riesce. Per le notizie e gli articoli seri si raccomanda la visione degli ultimi bollettini della Protezione civile. Ah sì: chi non coglie l’ironia, peste lo colga!