di Maria Luisa Runti
Nell’universo musicale triestino Paola Erdas rappresenta un fiore all’occhiello. Artista vivace e passionale, unisce la ratio alla concentrazione dell’interprete d’eccezione che domina lo strumento e da esso ne trae colori, musicalità ed accenti melodici che la sola tecnica non riuscirebbe a comunicare ed a far percepire al pubblico. Un’artista che, suonando, vive in simbiosi con il suo strumento trasformandosi, magicamente, Ella stessa in “musica”.
L’Arte, la musica, la cultura in sé hanno necessità esistenziale di persone come Lei che con dedizione, impegno e serietà assoluta, con passione profonda si battano per far vivere ancora ideali e valori troppo spesso sopiti, quasi dimenticati. Donne come Lei, attraverso l’Arte, riescono un po’ a lenire le sofferenze dei nostri tempi.
Parliamo dei tuoi progetti recenti ma, soprattutto, innovativi e di forte impatto emotivo sul pubblico che non sempre è “educato” a queste raffinatezze musicali…
E’ di quest’ anno un progetto a cui tengo moltissimo: il mio primo spettacolo interamente dedicato alla musica del Medioevo in duo con Claudia Caffagni, musicista e musicologa…