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Mascherine e prezzi pazzi nelle farmacie, interviene Federfarma

farmacista - foto di repertorio

“No alle speculazioni sui prezzi delle mascherine protettive per il Covid-19 e attenzione alle notizie imprecise su quanto dovrebbe costare acquistarle in farmacia”. È la presa di posizione di Federfarma Venezia che, per bocca del presidente Andrea Bellon, stigmatizza comportamenti illeciti e informazione imprecisa riguardo la vendita di questi dispositivi medici.“Se gli organi di stampa scelgono di riportare i prezzi delle mascherine chirurgiche, quelle che più comunemente si possono trovare ora in farmacia, non possono considerare la situazione precedente all’esplosione della crisi – spiega Bellon – Fino a gennaio il prezzo al pubblico delle mascherine si assestava a circa 40-50 centesimi a pezzo, ma ora gli stock limitati e le difficoltà di reperimento costringono le farmacie ad acquistarle ad un costo che va da un minimo di circa 1 euro a pezzo a crescere a seconda della qualità. Dunque il prezzo al pubblico rispecchia una situazione di mercato e dare cifre non verificate crea malumore e disinformazione nell’opinione pubblica”.Federfarma ha lanciato da tempo l’allarme su una situazione che penalizza gli utenti, proponendo agli organi competenti interventi urgenti, per ora senza risposta. “L’alterazione dei prezzi alla fonte fa delle farmacie le prime vittime – spiega Bellon – ma pur di rendere disponibili le mascherine per tutti i cittadini e soprattutto per gli anziani, i pazienti oncologici, coloro devono seguire terapie in day hospital, le donne in gravidanza, continuiamo ad assoggettarci a condizioni capestro di acquisto”.Per venire incontro alle esigenze di persone alle prese con problemi economici conseguenti al Covid-19, Federfarma sottolinea l’esigenza di mettere in vendita le mascherine chirurgiche singolarmente. “Abbiamo chiesto di venderle spacchettate per distribuirle così a più persone possibili ed evitare fenomeni di accaparramento – rimarca Bellon – anche se bisognerebbe proporle a pacchi da 50 o 100. Ma ora che il prezzo è, nostro malgrado, lievitato, come possiamo far spendere centinaia di euro a cittadini in difficoltà? È una questione di coscienza e anche di buon senso”.

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